Mielinconie, raccolta poetica di Fernando Mirra, Rupe Mutevole Edizioni
“Mielinconie”, edito nel gennaio del 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è la prima raccolta poetica di Fernando Mirra (Asti, 1976). Una gestazione di scrittura durata ben cinque anni
Giovedi, 22/03/2012 - “Capelli al chiaro di luna,/ hai deciso di tornare a volare/ bussando su finestre argentate/ di un cuore sfortunato in amore./ Il rintocco dei tuoi denti perfetti/ nella voce di un immaginario colore/ che solo tu sai vedere./ Velo, nascondi il tuo amore,/ solo questo stagno ne rispecchia l’odore./ Il tuo volto,/ tagliato più fine,/ e il tuo occhio, nella mia mente non muore./ Accompagnato dai miei sterili stridi/ la tua voce: un misto di roche cascate./ […]” – “Chiaro di luna”
Una sensazione di tempo trascorso, una sensazione distante di richiami all’ideale ricordo. Un versificare intenso mai privo di emozione che solidifica con il lettore simbologie d’appartenenza senza limiti temporali.
“Mielinconie”, edito nel gennaio del 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni”, è la prima raccolta poetica di Fernando Mirra (Asti, 1976). Una gestazione di scrittura durata ben cinque anni per un totale di settantacinque pagine, suddivise in introduzione e poesie. Un titolo particolare, un neologismo nato dall’unione di due parole: “miele” e “malinconia” a simboleggiare la dolcezza del sentimento malinconico.
Perché la malinconia non è sinonimo di tristezza per colui che scrive, la malinconia è piuttosto una compagna di vita sempre presente che accompagna l’autore nel sentire, nel guardare oltre la realtà alla ricerca delle definizioni di pensiero. Un’amica, un’amante che detta le regole del gioco, le regole della struttura poetica. E siamo di fronte a delle liriche di forte impatto caratteriale, cariche di pathos e destrezza di immagine.
“Quel che più di te/ m’apparve chiaro/ soltanto dalla voce/ mi resi conto di chi avevo di fronte./ Non ti vedevo eppur io già ti amavo/ e odiavo questa distanza/ come una malattia che si protrae ad oltranza./ Ore segrete, invidiabili minuti/ passi segnati dal tuo colore/ mischiato al sapore delle tue parole./ Ho concluso quegli anni/ torbidi e insignificanti,/ […]” – “Un unico sole”
Amore ed odio, sentimenti che da sempre sono imparentati per l’intensità emotiva scaturita. Le “Mielinconie” come equilibrio tra gioia e dolore, un equilibrio che desta dal dimenticare tutto ciò che siamo, che abbiamo visto, sentito, scritto, provato. Il ricordo come base del presente e come spinta per il miglioramento. Il ricordo come incentivo per ammirare la quotidianità degli eventi e per indagare sugli accorgimenti di una realtà mutevole ed allo stesso tempo replicata.
“Nevica sulla città, amore mio,/ stasera non prendere impegni./ Rimani a guardare con me,/ il tempo che ci disegna i nostri difetti/ che ballano su di noi,/ nuvole di spazi incompleti./ Se le lacrime lavano l’anima/ e il vento fa volare via/ una casa fatta di foglie,/ mi ritrovo in mezzo ad una strada/ con la polvere sul cuore./ Rimani un po’ con me/ e osserva questi fiochi/ e le campane e i suoi rintocchi/ […]” – “Nevica sulla città”
La copertina di “Mielinconie”, “Miele di Fiele” è del fotografo Alessandro Murgia.
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