Giovedi, 29/09/2016 - Ci ha lasciato da nove anni, ormai, ma non la sua Arte…
Certo persone come lui, Autori come lui dovrebbe essere resi immortali dallo scorrere della loro professione, della loro genialità, della loro creatività - se si passa questa piccola folle utopia affettiva nei confronti di un grande Ferrarese che ha cambiato non solo la storia del cinema della/nella sua città, ma un pezzo di storia del cinema mondiale, insieme, ad esempio, con un altro grande internazionale, Ingmar Bergman che – caso divenuto destino, come direbbe Shakespeare – ha ‘scelto’ di andarsene a poche ore di distanza da Michelangelo Antonioni, proprio 9 anni fa, il 30 luglio del 2007.
Sì, è di lui che si sta parlando, di lui che oggi, 29 settembre, compirebbe 104 anni: tanti, ma pochissimi, incredibilmente pochi se si ascolta, a distanza di alcuni decenni ormai, l’intervista televisiva che gli fece Gian Luigi Rondi - scomparso pochi giorni fa, un grande critico e storico di cinema - per il programma La Magnifica Ossessione apparso su Rai3 anni fa e si presta attenzione alle affermazioni che lui fece, a tutt’oggi, all’avanguardia per la storia del cinema, ancora una volta, mondiale.
Talmente 'mondiale' che, a tutt'oggi ancora in Cina e Giappone gli rendono omaggio a vario titolo perché:
(...) “Antonioni - così è stato riportato di recente sui quotidiani del Sol Levante – era il maestro che ha descritto in profondità la solitudine dell’uomo moderno…un pensatore visionario nel senso più classico…uno per cui…FARE UN FILM E’ / ERA VIVERE…”.
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