Assemblea Generale ONU - 'Le leggi sono un passaggio importante non solo sul piano formale, infatti possono incidere molto nella cultura e nei comportamenti perchè legittimano e supportano il cambiamento sociale'
Bartolini Tiziana Mercoledi, 22/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010
Dopo 26 anni di battaglie siamo ad un passaggio determinante per la lotta alle Mutilazioni Genitali Femminili: l’approvazione di una risoluzione da parte della 65° Assemblea Generale ONU che metta al bando una pratica violenta contro milioni di donne nel mondo. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stimano essere più di 3 milioni ogni anno le bambine che subiscono la clitoridectomia, l’escissione o l’infibulazione, e che si aggiungono ai 150 milioni già mutilate. Anche in Italia migliaia di donne e bambine emigrate sono vittime di MGF. Si tratta di una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e sistematiche. La risoluzione ONU avrebbe un notevole impatto nel sostenere i Paesi che hanno avviato un’opera di contrasto alle pratiche delle MGF sia attraverso le associazioni sia con atti normativi e prese di posizione ufficiali. Questi 10 anni di iniziative e di pressing, anche a livello internazionale, hanno dato buoni frutti se oggi 19 dei 28 Paesi africani dove si praticano le MGF hanno una legge nazionale che le vieta. L'Unione africana ha preso una posizione forte di condanna della pratica attraverso il protocollo di Maputo, che bandisce le mutilazioni genitali come una patente violazione dei diritti umani. Va osservato che le leggi sono un passaggio importante non solo sul piano formale, infatti possono incidere molto nella cultura e nei comportamenti perchè legittimano e supportano il cambiamento sociale e i gruppi di sostegno.
Emma Bonino è stata protagonista di questo percorso a partire dal 2000 quando, da europarlamentare dei Radicali, ha proposto e fatto approvare al Parlamento europeo una Risoluzione di condanna delle MGF come violazione dei diritti fondamentali della persona. NPAG (Non c’è Pace senza Giustizia) ha avuto un ruolo decisivo nell’opera di sensibilizzazione di persone e istituzioni attraverso la creazione di un dialogo costruttivo tra governi, parlamenti e società civile.
"Le MGF sono una violazione dei diritti umani - osserva Emma Bonino, vicepresidente del Senato - che essendo ‘al femminile’ difficilmente ha la priorità politica. Inoltre va precisato che è una pratica cha ha conseguenze sanitarie ma non è una questione sanitaria. Questa campagna ha avuto un cammino lungo e ora può raggiungere l'obiettivo di bandire le MGF. Negli ultimi dieci anni è caduto il muro del silenzio insieme all'alibi della religione, perchè è stato provato che sono pratiche reazionarie di tipo patriarcale e di controllo sulle donne che si applicano a comunità di tutte le religioni. L’Italia ha svolto un ruolo importante. Non parlo solo di noi Radicali, ma di tutti i governi che da 10 anni, in maniera testarda, hanno mantenuto l’attenzione viva. Spero che a dicembre avremo, per tutte le donne del mondo, buone notizie".
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