Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008
Gentile dottoressa ho 25 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione e, per propormi meglio nel mondo del lavoro ho anche fatto un Master in Informatica che mi ha permesso, prima in stage poi attraverso un’assunzione a tempo determinato, di lavorare in una società di consulenza specializzata nel settore della formazione delle risorse umane.
Il lavoro è molto stimolante perché sono chiamata continuamente ad avere nuove idee per la produzione di percorsi che sappiano essere coinvolgenti per grandi numeri di persone.
Mi trovo molto bene sia con i colleghi che con il mio capo, che è una persona veramente in gamba. Negli ultimi mesi però si è inserita una persona nell’ufficio che è un capo storico del mio attuale capo con il quale collaboro su alcuni progetti. Questa persona ha un’età abbastanza matura e anche di stile “vecchio stampo”.
Ciò significa concretamente che io mi trovo spesso “bloccata” nel mezzo del lavoro che sto svolgendo per rispondere alle sue carenze tecniche in quanto non sa assolutamente maneggiare un computer, mandare una mail o un fax.
Diverse volte gli ho spiegato come mandare un documento via fax o un allegato alla mail, ma il giorno dopo mi richiede le stesse identiche cose, quasi che non riuscisse a comprendere le mie spiegazioni o, per comodità, ignori volutamente i miei insegnamenti.
Percepisco una certa sua difficoltà nell’accettare che il mondo è cambiato e che i sistemi di comunicazione e di progettazione oggi passano per forza su computer. Non so come migliorare questa situazione: se rimanere continuamente a sua disposizione, anche per le più piccole richieste, o chiedere al mio capo di non farmi collaborare più con questa persona. La seconda opzione però ho paura potrebbe precludermi una possibile assunzione a tempo indeterminato. Cosa posso fare?
lettera firmata (Roma)
Cara lettrice, credo che parlare apertamente con il tuo capo di questa situazione che si è creata possa “proteggerti” da eventuali recriminazioni e rallentamenti nel lavoro, dovuti al tempo che perdi nel sostegno “tecnico” nei confronti del consulente. Cerca di capire però che per le nuove generazioni il passaggio fra i vecchi sistemi e le nuove tecnologie è stato poco percepito, mentre per le persone di “vecchio stampo”, come tu hai scritto, è stato sicuramente più traumatico. Ti racconto questo aneddoto: nel passaggio tra l’utilizzo delle macchine da scrivere e la tastiera di un computer, si sono verificati molti episodi di persone che si rifiutavano di imparare il nuovo metodo anche se era più semplice e veloce e consentiva di modificare eventuali errori di battitura. Questo non era sufficiente, all’inizio, per stimolarle a cambiare sistema. Credo che il signore con il quale stai lavorando appartenga un po’ a questa categoria: diffidente al rinnovamento.
Rinnovarsi significa anche lasciare i vecchi modelli e i “nostalgici” risentono molto di questi cambiamenti.
È molto chiaro quello che tu stai insegnando a questa persona ma non mi hai assolutamente accennato a quello che tu puoi imparare tu da lui.
Prova a vivere questa situazione come la possibilità di uno scambio. Dove tu metti a disposizione le tue competenze e lui le sue conoscenze. Se sei capace di creare questa armonia potrà sicuramente essere una crescita per entrambi!
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