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Mettere al mondo. Naturalmente.

Mettere al mondo. Naturalmente.

La Buona Nascita - La Giornata Nazionale della Buona Nascita da Roma ha lanciato il suo messaggio: meglio partorire in modo naturale. Spiega perché Giovanna Riso del Forum Parto Naturale

Bartolini Tiziana Lunedi, 03/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2014

 Ristabilire l’idea che il parto è un evento fisiologico, che avviene naturalmente”. Questo il progetto intorno al quale un gruppo di donne si è ritrovato prima confrontandosi nel Forum Parto Naturale e poi, alcune, costituendo un’associazione, ‘Rinascere al Naturale’. “Il nostro obiettivo è quello di restituire al partorire il suo essere momento prima di tutto naturale e non patologico. Un momento che va lasciato avvenire il più possibile in modo naturale”. Naturale e consapevole. È l’altra parola ricorrente nella conversazione che abbiamo con Giovanna Riso, quaranta anni e mamma di tre bambine (Sofia, Silvia e Anita), antropologa come formazione e un percorso da ricercatrice temporaneamente sospeso. “Il mio vissuto è eloquente: la prima figlia l’ho avuta con un cesareo, la seconda con un parto vaginale e l’ultima è nata in acqua. La consapevolezza è stata la chiave che mi ha permesso di vivere i miei ultimi due parti in modo meraviglioso e indimenticabile. Questo dovrebbe sempre essere per le donne l’esperienza del mettere al mondo. Purtroppo non è così e le donne si sono lasciate espropriare della possibilità di gestire in autonomia il proprio corpo in un momento in cui, invece, il proprio controllo dovrebbe essere massimo. Durante la gravidanza e poi per il parto le donne si lasciano sopraffare dall’interventismo delle strutture e dalla medicalizzazione che aumenta sempre più”.



Questo gruppo si confronta da diversi anni incontrandosi nel Forum ed hanno costituito un network con l’obiettivo comune: prima di tutto restituire consapevolezza alle donne, fare informazione in un’ottica di auto-aiuto sui grandi temi che riguardano la maternità, dal punto di vista scientifico, sociale, politico. “La nostra idea è che il parto fisiologico sia la cosa migliore e, come dimostrano le evidenze scientifiche, anche il modo più sicuro di partorire sia per la mamma sia per il bambino. Però non ci permettiamo di interferire con le decisioni della donna. Se pensa di fare l’epidurale, per esempio, non siamo noi a condannarla. A noi interessa che quella donna sappia a cosa va incontro, conosca gli effetti e possa scegliere non perché terrorizzata da un’informazione superficiale o, peggio, interessata a vendere qualcosa o ad accelerare i tempi”. Lo spunto di questa conversazione è dato da un’iniziativa del Forum Parto Naturale e dell’associazione Rinascita al Naturale, che si è svolta il 18 ottobre a Roma, in cui è stata lanciata la prima edizione della GIORNATA NAZIONALE DELLA BUONA NASCITA. “Abbiamo pensato di organizzare questo incontro nazionale, chiamando a confronto donne, esperti e operatori del campo, quando l’estate scorsa la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche ha preso posizione ufficiale contro il parto a domicilio per le donne precesarizzate, arrivando a diffidare le ostetriche dall’assistere le donne che lo richiedevano. L’abbiamo ritenuta una scelta inaccettabile, senza fondamento legale e - continua Giovanna Riso - in violazione dell’art 32 della Costituzione; così abbiamo chiesto ufficialmente alla Ministra Lorenzin di esprimersi in merito al diritto di scelta in ambito sanitario e poi abbiamo pensato che fosse necessario proporre la questione all’attenzione più ampia, a livello nazionale. Così è nato l’appuntamento di Roma, che riteniamo un inizio”. Quest’anno il focus della Giornata è stato questo specifico e il titolo dell’incontro che si è svolto presso la Città dell’Altra Economia era “PARTO NATURALE DOPO CESAREO e LIBERTA’ DI SCELTA”, ma il solco è tracciato: rimettere al centro il parto come evento naturale restituendo consapevolezza e protagonismo alle donne. Un cammino che non sarà facile, perché le donne hanno troppo rimosso questo loro sapere ancestrale. Come è potuto avvenire? “Me lo chiedo spesso e non sono riuscita a trovare una sola risposta. Una possibile è da ricercare nell’espropriazione delle competenze delle ostetriche, alle quali non è stata lasciata la possibilità di seguire in autonomia la gravidanza fisiologica. Lo spazio è stato occupato dalla dimensione medica, che è portata a vedere la donna gravida come una malata e la gravidanza e il parto come una patologia”. Meditate, donne, meditate…

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