Nuovi scenari - "tocca difendere con i fatti, anche dall'opposizione, la dignità dell'elezione di genere"
Giancarla Codrignani Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008
C’è Ministra e Ministro
Anche se giornalisticamente si chiamano "novità", quando riguardano donne e parità, si tratta sempre di vecchi repertori. C'è stata, tuttavia, una novità da non dimenticare: le giornaliste conservino a futura memoria le foto che ritraggono Carme Chacòn mentre passa in rassegna con il suo enorme pancione le truppe spagnole in Afganistan. Zapatero ha scioccato l'opinione pubblica machista (come sarebbe da noi il gen. Del Vecchio, candidato del Pd, che si augurava un esercito senza omosessuali e dotato di "case di piacere" per i soldati in missione), nominando un governo di nove ministre e otto ministri; ma l'effetto più eversivo è stato la donna incinta alla Difesa. La riconosciamo come il simbolo della contrapposizione istituzionale fra possibili scelte di vita e possibili scelte di morte. Proprio perché nominata in stato visibile di maternità, l'immagine di Carme deve contribuire a modificare nell'immaginario collettivo il rapporto governo/genere. Una governante - pur destinata come tale, anche se donna, a non cambiare l'esistente delle prassi - si è qualificata, mentre stava predisponendo una vita, a comandare l'istituzione storicamente maschile di
una "difesa" funzionale all'uso delle armi e della morte. Dopo le recenti, disastrose elezioni la posta elettronica ha continuato a trasmettere messaggi forti solo da parte del sesso chiamato debole. La costituente Teresa Mattei, mentre esprimeva con decisione "disgusto" per il suo paese, costatava che le macerie significano l'uscita di scena di realtà non più vive: per questo, quando la situazione è azzerata, si ricomincia a creare futuro con i giovani, le loro associazioni e movimenti. Cari leaders
politici maschi, capite almeno in "questa" emergenza che dovreste puntare su di noi più che sulle competizioni di potere che vorreste insegnare anche a noi?
Volontari per le donne ?
La violenza sessuale e l'aborto e perfino la pillola del giorno dopo hanno avuto un'insolita "tribuna elettorale" da parte di una destra che, quando si chiamava "Movimento sociale italiano", voleva mantenere lo stupro tra i "delitti contro la morale pubblica e il buon costume". Si chiedeva Adele Cambria (Unità, 29 aprile): "in altri momenti non-elettorali, ci sarebbe stato tanto volontariato 'spontaneo' in difesa delle donne?". Secondo Clara Sereni, però, non è più giusto defatigarsi ancora in cortei e slogan: "come molte donne, non ho più voglia di andare a manifestazioni contro la violenza: penso che la violenza e il femminicidio siano una questione dei maschi". Care elette in Parlamento, vedete voi come e se proporre nuove leggi, ma tenete conto che saranno destinate a pesare più come messaggio per il paese che per le pur necessarie mediazioni parlamentari. Quelle materie, infatti, torneranno ad interessare la politica, ma non dalla nostra parte. Le donne, in materia di violenza, aborto, pillole, hanno già detto tutto più di una volta: lo sapete bene perché eravate con noi. Ora tocca difendere con i fatti, anche dall'opposizione, la dignità dell'elezione di genere.
Cara Emma…
Emma Marcegaglia: anche per la presidente della Confindustria c'è da fare. Femminista o no, come le parlamentari, dovrà omologarsi a responsabilità storicamente maschili. Tuttavia è donna e sa che il lavoro femminile è, nel nostro paese, così inferiore alle medie europee da costituire un impedimento alla crescita. Il senatore Ichino ha proposto la detassazione selettiva del lavoro femminile, affinché le imprese assumano più donne per risparmiare sui contributi e cresca la possibilità che le occupate spendano in asili e servizi. A qualcuna di noi anche questo sembra un imbroglio e ci riserviamo di pensarci insieme. Ma la Confindustria deve agire da subito contro la discriminazione del lavoro femminile e i ricatti che pesano sulle lavoratrici. Neanche per Emma sarà stato soddisfacente che la ragazza che aveva scritto al Presidente della Repubblica per annunciargli di essere in procinto di abortire perché priva di possibilità di mantenere il figlio, abbia ricevuto da un industriale in dono settecento euro per sei anni. La maternità dovrebbe essere considerata un diritto e non un atto egoistico, di cui la società si sente irresponsabile. Le politiche di competenza non sono solo questione di assistenza pubblica di comuni ormai privi di risorse
finanziarie: presidente, la crisi economica avanza, ma tocca anche agli industriali.
”L'ho comprata in Marocca”
La mia dentista racconta che, una domenica in cui lei era di turno per la pronta assistenza, si è presentato un tale, bolognese di periferia, molto rozzo che trattava villanamente la moglie che era con lui. Redarguito, si difendeva: "beh, cosa c'è di strano! L'ho comprata in Marocca per ottomila
euro". La Marocca sarebbe il nostro Meridione e aggiungeva che altri del suo paese si erano procurati "dal sensale" una moglie allo stesso modo. Da non credere che nel 2008 a Bologna siamo ancora a questo punto. Estendiamo simbolicamente per tutte le questioni sul tappeto l'espressione
usata da una ragazza in un blog: il problema non è la pillola del giorno dopo; è il giorno dopo. In un paese come il nostro in cui la condizione femminile, in pieghe segrete è tragica. Le elette ci pensino in Parlamento; noi,"dal basso", riprendiamo a discutere su tutte le violenze, sollecitiamo il genere maschile a ragionare su di sé, modifichiamo (è importantissimo) gli statuti delle associazioni per diventare parte civile in tribunale. E ri-chiediamo alle donne di evitare gli amori tristi: anche le più disposte al perdono portino dal medico, dall'analista o in tribunale mariti e compagni disposti solo a reiterare pentimenti. Nessuna subisca, neppure "a fin di bene", per i figli, la famiglia, l'amore. Chi ha visto il film ‘Racconti da Stoccolma’ ha avuto la conferma che la desolazione del patriarcato violento sopravvive nella mitica Svezia progressista. Diciamo: non per sempre, non per le nostre figlie.
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