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Memorie dall’India portoghese

Memorie dall’India portoghese

Incontro con Raquel Ochoa, scrittrice di viaggi

Sabato, 27/04/2013 - Raquel Ochoa si definisce una donna del mondo. Giovane, solo 33 anni, già autrice di cinque libri e vincitrice nel 2009 del Premio Revelação Agustina Bessa Luís in Portogallo per il romanzo “La Casa-Convoglio” pubblicato in Italia da Nova Delphi. La incontriamo al Festival di letteratura di Madeira organizzato dalla casa editrice portoghese Nova Delphi (www.festivalliterariodamadeira.pt/#), a Funchal, dove la sua bellezza e la sua gioia di vivere fanno strage. Ad una prima occhiata Raquel fa pensare alla classica ragazza dei nostri giorni: libera, autonoma, indipendente, capace di scegliere di vivere di viaggi e scrittura, estroversa, audace. Ma uno sguardo più attento rivela la sua malinconia che si manifesta prima nei suoi occhi e poi in un sorriso che rimanda a terre lontane. Raquel Ochoa è, in questo, molto portoghese. Come la piccola nazione affacciata sull’Atlantico, scruta l’orizzonte con curiosità ed inquietudine e si lascia trasportare dalla nostalgia di ciò che ancora non si conosce, unica ed incomparabile motivazione al viaggio. “La Casa-Convoglio”, solo romanzo pubblicato in Italia, in cui la scrittrice indaga le proprie origini familiari, racchiude tutti questi elementi. C’è la malinconia delle colonie portoghesi ormai incamminate alla decadenza e al declino; l’inquietudine per il nuovo secolo, il Novecento, che apre le porte ad un futuro inimmaginabile; c’è l’intraprendenza del popolo portoghese sempre in movimento; e c’è una casa che è, appunto, un convoglio, un treno su cui salgono e scendono i protagonisti e che da Daman li porterà a Lisbona.

“Il viaggio e la scrittura sono elementi fondamentali della mia vita. E si intrecciano e creano senso solo nella relazione tra di loro. Ho sempre scritto ma mi sono resa conto di quanto fosse terapeutico per me nel momento in cui, mentre stavo viaggiando in Sudamerica, non riuscivo più a mettere una distanza tra me e le situazioni che stavo vivendo. Ho cominciato a scrivere e solo così sono stata capace di staccarmi dagli eventi e proseguire il mio viaggio”. Nasce così “O Vento dos Outros”, sua prima opera, pubblicata nel 2008 dopo un viaggio che ha toccato vari paesi del continente latinoamericano. Nello stesso modo si definisce una passione per la scrittura da cui nascono nuovi libri: “Bana- Uma Vida a Cantar Cabo Verde” (2008) , “A Infanta Rebelde” (2011) e "Sem Fim à Vista - a viagem" (2012). “Nessuno si arricchisce con la scrittura ma come non possiamo arricchirci vivendo un’esperienza tanto prodiga di novità come un viaggio e un vincolo così forte con la letteratura” dice Raquel che, durante uno degli incontri pubblici del Festival, legge un brano che spiega la sua maniera di conoscere il mondo: “Già ho sofferto un orribile attacco di sanguisughe tropicali nell’Himalaya. Già ho mangiato una torta di crema pasticcera a Macao. Già sono stata rapita da Napoli. Già ho attraversato i 10 magnifici templi che esistono ad Angkor, in Cambogia. Già ho scritto la metà di un libro nello Sri Lanka", e riceve un caloroso applauso del pubblico. Quando le chiediamo, a notte fonda, dopo un’agitata serata a Madeira, cosa ha imparato dai suoi viaggi, risponde che “ogni viaggio rappresenta una promessa e una sfida, un impegno con se stessi e una provocazione alle proprie abitudini, un patto e una prova che ci cambiano per sempre”.



http://www.novadelphi.it/

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