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MEDITERRANEA, di UDI CATANIA ultimo numero

MEDITERRANEA, di UDI CATANIA ultimo numero

“NO ALLA PROPOSTA GALLARDÓN” / Italia-La tratta delle schiave a Roma / Francia-Tea party francese contro la ‘teoria dei generi’ ? / Palestina-Ancora arresti e paura per i bambini palestinesi ...e molto altro

Venerdi, 07/02/2014 - Documento “ NOI CON LE DONNE SPAGNOLE: NO ALLA PROPOSTA GALLARDÓN”



Casa Internazionale delle Donne, UDI-Unione Donne in Italia, Snoq Factory, Snoq Roma, Wilpf-Italia, Coordinamento Donne Cgil Roma e Lazio, Sciopero delle donne, Associazione Punto D,

Assolei onlus, Associazione Differenza Donna, GiULiA, Giornaliste Unite Libere Autonome, NOIDONNE, NOIDONNE WEEK



Le donne italiane dicono NO al tentativo di limitare la libertà delle donne spagnole, il loro diritto all’autodeterminazione e la scelta di una maternità consapevole.

L’“antiproyecto de ley” del ministro della giustizia spagnolo Gallardón, presentato il 20 dicembre 2013 intende cancellare il diritto di scelta all'interruzione volontaria di gravidanza riconosciuto alle donne spagnole dalla legge del 2010 introdotta dal governo Zapatero.



Attualmente in Spagna, in linea con la legislazione prevalente in materia nei paesi dell’Unione Europea, la legge stabilisce un tempo – le prime 14 settimane – entro cui è riconosciuto alla

donna l’esercizio pieno del diritto di scelta; al contrario, la proposta Gallardón affida ogni decisione ai medici, al giudice, ai genitori. L’aborto inoltre è previsto solo nel caso di violenza

sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, accertato da due esperti (fino alla 22ma

settimana).



La proposta ignora i risultati positivi del sistema in vigore (p.e. la riduzione di ben 6 mila casi di aborto nel 2012 rispetto all'anno precedente) e, proponendo di punire i medici trasgressori,

finisce per incentivare l'aborto clandestino, i viaggi oltre confine, i guadagni 'occulti' di chi è abituato a 'monetizzare' le paure altrui.



La proposta Gallardón è un chiaro tentativo di oppressione delle donne, di restaurazione del patriarcato; un attacco alla libertà delle donne e al loro diritto di cittadinanza, la cui primaria

manifestazione è l’autodeterminazione nel diritto alla salute e nelle scelte riproduttive.



Consapevoli della gravità dell'attacco, le donne e gli uomini europei che fanno riferimento alla Carta Europea dei diritti fondamentali, chiedono che la proposta Gallardón venga

immediatamente ritirata, in quanto violazione dei diritti di tutte le donne in Spagna e in Europa, un vero e proprio “golpe” autoritario e ideologico.



Le donne italiane, da sempre impegnate ad affermare la loro soggettività, e il diritto alla gestione del proprio corpo, a scegliere liberamente la maternità e a contrastare i ripetuti attacchi all’applicazione della legge 194/78, annunciano la loro mobilitazione insieme alle donne spagnole, e a tutte/tutti coloro che si impegneranno affinché la proposta Gallardón venga bloccata prima di essere portata alla discussione delle Cortes, e affinché qualsiasi proposta simile sia condannata quale grave violazione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne.



Chiediamo inoltre agli eletti e alle elette al Parlamento Europeo una forte ed incisiva presa di posizione che garantisca alle donne il diritto di decidere sul proprio corpo. Un’Europa senza diritti delle donne, semplicemente non è.



(Alla manifestazione spagnola hanno partecipato delegazioni di donne italiane, francesi e inglesi).



Paese - Italia

La tratta delle schiave a Roma




Con una operazione dei carabinieri di Roma sono stati arrestati 34 delinquenti colpevoli di crimini odiosi come la tratta di essere umani, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento della prostituzione e il riciclaggio. Vittime centinaia di giovani africane trascinate via dai loro paesi di origine, tra i più poveri dell’Africa, poi attraverso la Libia e il Mediterraneo, verso il florido mercato italiano e europeo che fa carne da macello di queste giovani donne. I nigeriani arrestati devono senz’altro avere coperture, protezioni e complici in Italia e in Europa, a partire dalla criminalità organizzata, per tenere in piedi un ‘affare’ di queste

dimensioni. Benissimo quindi i 34 arresti, ma che siano i primi della serie che colpisca tutti i protettori, fiancheggiatori e colletti bianchi che arricchiscono con questo mercato di essere umani.

E le vittime devono trovare protezione, sostegno e proposte di alternative di vita dopo l’incubo passato in questi lunghissimi mesi (in alcuni casi anni) di schiavitù. Il movimento delle donne e le amministrazioni locali devono fare la loro parte.



Paese – Francia

Tea party francese contro la ‘teoria dei generi’ ?




A Parigi 80mila persone hanno sfilato contro le proposte del governo per una revisione della legislazione in tema di diritto di famiglia, in particolare contro l’apertura nei confronti dei matrimoni gay. Dietro questa mobilitazione molti commentatori hanno individuato la nascita di un Tea Party alla francese, particolarmente virulento contro le tematiche e diritti delle donne.

Infatti, gli organizzatori delle manifestazioni stanno contestando la "teoria dei generi" che il governo vorrebbe inserire nei programmi scolastici, attraverso l’introduzione di alcune nozioni

(sesso, genere, orientamento sessuale) che spiegano l'origine di alcuni stereotipi sessisti. L’obiettivo del governo, sostenuto in questo impegno da anni di lotte e di proposte del movimento delle donne francesi, è di promuovere a partire dagli anni della scuola dell’infanzia il valore dell’'uguaglianza tra uomini e donne, omosessuali ed eterosessuali.



Paese - Palestina

Ancora arresti e paura per i bambini palestinesi




In questi primi giorni dell’anno un nuovo video prodotto da Israel Social TV ripropone la vergogna di bambini, in questo caso di Gerusalemme Est, terrorizzati da arresti improvvisi, al ritorno dalla scuola o addirittura in piena notte, a casa loro. L’opposizione dei genitori è inutile, la polizia israeliana spesso preleva i piccoli e li trattiene per ore, in piccoli stanze al buio dove vengono interrogati (!!), ma soprattutto intimoriti e resi

consapevoli del fatto che nessuno li può difendere, nemmeno i genitori. Ansia, panico, risultati scolastici negativi sono le conseguenze (verificabili) degli arresti sui minori.

Una denuncia recente di questa pratica viene da Saviah Rotlevi, ex presidente della Commissione speciale che ha introdotto nell’ordinamento giuridico israeliano la Convenzione

ONU sui diritti del fanciullo: è una pratica che mira a ‘intimorire o costringere i bambini a collaborare’.

Constatiamo che la Convenzione per i bambini palestinesi non ha alcun valore, non rappresenta protezione e sicurezza.



Paese - Tunisia

Una radio per le donne, dal nord al sud




Si chiama “9altelhom osktou” una nuova radio delle donne tunisine che dal 3 febbraio sarà in onda in tutto il Paese, raggiungendo anche le aree più periferiche, tre volte alla settimana. Trasmette in gran parte in dialetto tunisino e si rivolge specificamente alle ragazze delle regioni rurali, nasce da una iniziativa del sindacato tunisino delle radio libere e vuole stare a

pieno titolo a fianco delle donne nel cammino di democratizzazione (non sempre lineare e scontato) che il Paese sta compiendo.



Paese - Marocco

Cancellato dal Codice penale il ‘matrimonio riparatore’




Il movimento delle donne e degli attivisti dei diritti umani ha raggiunto il suo obiettivo dopo mesi di mobilitazione: il Parlamento marocchino ha abolito (con un voto unanime) il famigerato art.475 del Codice penale nella parte in cui favoriva la pratica del matrimonio riparatore tra il violentatore e le sue vittime minorenni, pratica grazie alla quale il violentatore sfuggiva al processo e le ragazze erano condannate a vivere a fianco del loro aguzzino. I matrimoni forzati prodotti da questo provvedimento hanno provocato centinaia di suicidi di ragazze. L’art.475 era stato promosso e approvato un anno fa dal governo islamista e la mobilitazione prima in Marocco, poi a livello internazionale seguita all’ennesimo suicidio, quello

della sedicenne Amina Filali nel 2102 ha costretto le autorità marocchine a rivedere la norma.



Paese - Libano

Per le ragazze libanesi “Non martiri ma vittime”




A seguito di un attentato (l’ennesimo e non certo l’ultimo) con autobomba che a Beirut ha ucciso 7 persone e provocato oltre 70 feriti, molti giovani e moltissime donne libanesi hanno rifiutato di accettare che alle vittime venisse assegnato l’appellativo, tragico e ingombrante di ‘martire’ – hanno espresso il loro sdegno non solo contro la pratica degli attacchi kamikaze che si susseguono nel Paese, ma anche contro la consuetudine, assai radicata in un paese come il Libano dilaniato per anni da guerre tra fazioni, di trasformare le vittima in martiri. E’ partito una grande campagna sui social network: “Se moriamo quando stiamo andando al lavoro o a scuola o a fare le cose della vita quotidiana siamo vittime, non martiri”. E’ anche una chiara chiamata in causa del governo che spesso si nasconde dietro l’uso/abuso dell’appellativo di ‘martiri’ per nascondere la sua incapacità di indagare e punire le varie fazioni armate contrapposte che commettono atti di violenza contro la popolazione civile.



Paese - Turchia

Le spose bambine




L’organizzazione turca Flying Broom ha pubblicato i dati di un suo lavoro di indagine sul fenomeno delle spose bambine, svolta dal 2005 al 2011 in 54 città turche. Lo studio certifica una realtà del resto ben nota all’opinione pubblica: solo negli ultimi 3 anni

sono 134.629 i minorenni che hanno contratto matrimonio e di questi 128.866 sono ragazze (incidenza del 20% in più rispetto ai maschi). Il fenomeno sopravvive nella Turchia che il Presidente Erdogan vuole accreditare come ‘modernista’: il rito non è riconosciuto dallo Stato ma largamente praticato e accettato,

soprattutto nelle città e nei centri minori della Turchia interna.





Allegato: persone, libri, film, siti ecc.




Con il film “Omar” il regista palestinese Hany Abu Assad (autore del premiatissimo Paradise Now) concorre all’assegnazione degli Oscar del cinema. E’ una ‘normale’ storia d’amore tra due ragazzi, nelle condizioni e nei luoghi dell’occupazione militare: il protagonista Omar (un panettiere) per vedere la sua innamorata Nadia deve fare ogni giorno i conti con la presenza del Muro. Le vicende assumono un tono drammatico e affrontano anche il tema del collaborazionismo, argomento considerato tabù dalla comunità palestinese.

E’ la prima pellicola interamente finanziata dall’industria cinematografica palestinese, giovane, povera e assai promettente.



Segnaliamo il nuovo libro di Marinella Fiume, “Sicilia esoterica” ed. Newton Compton, un nuovo gesto di amore verso la sua Isola, che si esprime grazie alla grande competenza storica

ed etnografica dell’autrice: porta per mano il lettore in luoghi e con personaggi che scoprono tesori di cultura, arte, tradizione e mediterraneità.





Mediterranea - Udi Catania



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La foto 'Bambine ad Istanbul è di Francesca Pacini

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