Login Registrati
Medicina e violenza di genere

Medicina e violenza di genere

La violenza domestica è un problema di salute per le vittime e per gli spettatori che assistono alle violenze con ricadute sulla salute che vanno oltre le sole lesioni fisiche o psicologiche.

Giovedi, 25/07/2013 - E' stato pubblicato il Report 2013 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità redatto in collaborazione con la London School of Hygene & Tropical Medicine e il South African Medical Research Council: i dati dell’OMS danno una drammatica misura della violenza subita dalle donne: il 35% delle donne nel mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti; il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno; il 30% dei maltrattamenti alle donne ha inizio in gravidanza e 1 donna su 4 è oggetto di violenza in questa fase della vita.

Per rispondere a questa realtà che è una vera “emergenza sanitaria globale ", l’Oms ha pubblicato nuove Linee Guida per una formazione specifica degli operatori sanitari, in maniera che possano adeguatamente accogliere le donne, riconoscere i segni della violenza e incoraggiare alla denuncia.

Le linee guida 2013 sono scaricabili al sito:

http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2013/violence_against_women_20130620/en/

Le violenze domestiche , quando non portano alla morte, producono danni fisici e psichici gravi che si ripercuotono anche sui figli: i bambini che crescono in un ambiente violento hanno maggiori probabilità di sviluppare comportamenti di abuso di alcool e droghe, un rischio di suicidio 6 volte maggiore e spesso da adulti sono a loro volta oggetto e soggetto di violenza.

Le mancate denunce sono infatti una quota altissima: il 24% delle donne che subiscono violenza tace completamente, e se la violenza avviene in famiglia la “scelta” del silenzio arriva al 33,9%, mentre solo il 7% denuncia alle autorità la violenza subita dal partner.

La situazione in Italia non è meno preoccupante: 124 femminicidi nel 2012 e 65 nei primi sei mesi di quest’anno, mentre, secondo l’indagine Istat del 2006, si stima che ci siano 6.743.000 donne tra i 16 ed i 70 anni vittime di abusi fisici o sessuali e che circa un milione abbia subito stupri o tentati stupri.

Il governo italiano ha recentemente ratificato la Convenzione di Istambule contro la violenza domestica ma a questo dovrebbero seguire atti e forme di organizzazione per sostenere le donne vittime e la loro prole.

Le ragioni della violenza contro le donne risiedono nel persistere delle disparità di genere anche nel mondo del lavoro oltre che negli stereotipi culturali non sufficientemente contrastati: una vera azione di prevenzione deve muovere da un profondo ripensamento dei ruoli e delle relazioni tra i sessi.

E' possibile trovare le risorse necessarie a compiere questi interventi, anche perché la violenza produce costi economici, oltre a privarci in molti casi delle risorse che possono venire dalle donne”.

Uno studio europeo quantifica in 30-60 euro l’anno procapite il costo complessivo della violenza sulle donne (sommando i costi diretti, di assistenza ed indiretti, di mancato apporto economico): una cifra che rapportata al nostro Paese equivale a circa 2,4 miliardi di euro all’anno.

I risultati del rapporto Oms sulla violenza subita dalle donne impressionanti : che il 35% delle donne di tutto il mondo subisca nel corso della vita qualche forma di violenza, soprattutto da parte di mariti e fidanzati, e che il 38% dei femminicidi avvenga per mano del partner.

I dati evidenziano come le donne esposte alla violenza dei compagni siano due volte più a rischio di depressione, quasi due volte più a rischio di dipendenza dall’alcol e una volta e mezzo più a rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse, come HIV, sifilide, clamidia e gonorrea. ll 42% di coloro che hanno subito violenza fisica o sessuale ha riportato danni alla salute”. “Uno dei dati che sorprende maggiormente –– riguarda la diffusione del fenomeno nelle fasce ad alto reddito, che si attesta al 23.2%”.

Esiste in particolare il fenomeno degli abusi in gravidanza: “Se la violenza domestica sulle donne è sempre inammissibile, lo è ancor di più in gravidanza. I dati la indicano come la seconda causa di morte nelle donne tra i 15 e i 44 anni. Il 30% dei maltrattamenti ha inizio proprio durante il periodo della gestazione e 1 donna su 4 è tuttora vittima di abusi in questa fase della vita. Un dato preoccupante, cui si somma quello secondo il quale il 69% delle donne maltrattate in gravidanza continuino a subire violenze anche dopo la maternità. Le conseguenze vanno dal distacco di placenta a disturbi alimentari, da infezioni a problemi psichici, come disturbi d’ansia e del sonno, dall’abuso di alcol e farmaci a tentazioni suicidarie.

Anche per il bambino vi sono rischi drammatici come la morte fetale, il parto pretermine, la poliabortività, nonché conseguenze psichiche pesantissime. Recenti studi di Mc Crory hanno dimostrato che l'esposizione alla violenza domestica modifica alcune aree cerebrali dei bambini, con il rischio di sviluppare disturbi d'ansia. I fanciulli che crescono in un clima di violenza hanno il 50% di probabilità in più di abusare di alcol e droga, un rischio 6 volte maggiore di suicidio, più alte probabilità di sviluppare effetti di stress sul cervello e comportamenti delinquenziali e di essere a loro volta oggetto o soggetto di violenza.

Ma come si può concretamente intervenire a sostegno delle donne che subiscono violenza? “I dati dimostrano come le donne devono essere aiutate a trovare la forza di reagire perché ad oggi il 33.9% delle donne vittime di violenza da parte del partner e il 24% di coloro che l’hanno subita da un conoscente o da un estraneo rimane in silenzio.

Ci sono ospedali in Piemonte che hanno strutturato servizi di assistenza sanitaria, psicologica e sociale come la Città della Salute e della Scienza di Torino attraverso il Centro Supporto ed Ascolto Vittime di Violenza domestica DEMETRA delle Molinette ed il Soccorso Violenza Sessuale dell'Ospedale Sant'Anna, l'Ospedale Maria Vittoria di Torino, il Cardinal Massaia di Asti e l'Ospedale di Biella .

Il Coordinamento della Rete Sanitaria per l'accoglienza e l'assistenza alle vittime di violenza domestica e sessuale del Piemonte di cui alla DGR 14-12159 del 21 Settembre 2009 lavora per creare una rete di supporto e assistenza attraverso l'integrazione ospedale-territorio e la Regione Piemonte è una delle regioni a più elevata copertura sanitaria del fenomeno.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®