Me Too 2023. Le donne alla conquista di un cinema libero
Organizzato durante il Festival di Venezia dal Gruppo Pari Opportunità dei 100autori, con GdA e Isola Edipo, un convegno sul tema: “Strumenti legislativi e strategie di azione per la parità di genere nella filiera dell’audiovisivo”
Mercoledi, 13/09/2023 - In una Sala Laguna pulsante e gremita si è tenuto l’incontro “Strumenti legislativi e strategie di azione per la parità di genere nella filiera dell’audiovisivo”, volto ad esplorare sia le disparità di trattamento (distributivo, produttivo e retributivo) nell’ambito del lavoro cinematografico fra uomini e donne, sia il gravissimo tema degli abusi e delle violenze, sia le possibili ed improcrastinabili soluzioni da adottare contro tali situazioni.
Nel 2017 sembrava che il Me too dovesse rivoluzionare il mondo. Cosa è successo da allora? Quali cambiamenti hanno portato le denunce di questi anni nell’ambiente professionale del cinema? E quali prospettive ci sono oggi per individuare delle buone pratiche che consentano finalmente di voltare pagina in Italia e in Europa?
In un’edizione del Festival di Venezia che vede l’assenza di opere di registe italiane in concorso, e solo quattro titoli di registe donne su 23, 100autori e Giornate degli Autori hanno ritenuto di primaria importanza organizzare un Convegno su questi temi.
Il primo passo doveroso, sottolineano le rappresentanti delle autrici e degli autori (categoria nella quale, i dati ci dicono, c’è ancora purtroppo una notevole presenza di abusanti: secondo Amleta il 40% degli offender sono registi) è prendere posizione e confrontarsi su quanto emerso in questi anni di denunce con chi ha dato voce e sostegno legale alle attrici e agli attori che hanno subito abusi.
Ma non basta. Per ottenere un cambiamento culturale è necessario che cambi la narrativa. E perché questo accada è fondamentale che sia data reale opportunità alle autrici di fare la loro parte: oggi purtroppo non è ancora così.
Dopo una disamina delle statistiche della Legge Franceschini sono state prese in esame le disparità a livello distributivo, retributivo e di budget relativo ai film realizzati dalle donne, in genere la metà rispetto a quelli realizzati da uomini.
Nei progetti che hanno beneficiato dei fondi pubblici solo una regista su cinque è donna, con un budget a disposizione che è quasi dimezzato rispetto a quello dei colleghi uomini; la presenza di donne nella sceneggiatura è solo del 30%: bastano questi pochi dati per raccontare quanta strada ci sia ancora da percorrere per abbattere il gender gap nel cinema e nell’audiovisivo, dove una regista e una sceneggiatrice guadagnano attualmente più di un terzo in meno rispetto ai loro colleghi uomini, e così via in tutti i comparti. Una forbice che pone l’urgenza di interventi legislativi nuovi e efficaci e di azioni concrete per rendere davvero tale la parità di genere.
All’incontro, moderato da Paola Randi, regista e vicepresidente di 100autori, hanno preso parte, fra le altre, Maya Sansa, attrice, Cinzia Spanò, presidente di Amleta, Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna, Maria Pia Calzone, socia fondatrice di UNITA e Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, Laura Delli Colli, presidente del SNGCI.
«Non esistono diritti acquisiti, esistono quelli che siamo in grado di difendere, diceva Michela Murgia ed è questo lo spirito che ha mosso l’urgenza della nostra iniziativa al Lido di Venezia – afferma Paola Randi, regista, sceneggiatrice, Gruppo Pari Opportunità e Vice Presidente 100autori – vogliamo mettere in campo proposte concrete affinché si creino condizioni di lavoro sostenibili per tutte e tutti sull’intera filiera dell’audiovisivo e dare spazio alle autrici visto che, gli ultimi terribili fatti di cronaca lo confermano, per cambiare la cultura dell’abuso è urgente e fondamentale cambiare la narrativa. Perché le donne non sono le “vittime”, sono la soluzione».
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