La donna del mese - Esperta di genere e sviluppo sociale. Nominata un anno fa direttora del Dipartimento genere e sviluppo presso la Banca Mondiale
Providenti Giovanna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007
Mayra Buvinic è una esperta di genere e sviluppo sociale. Nominata un anno fa direttora del Dipartimento genere e sviluppo presso la Banca Mondiale, precedentemente aveva diretto il Dipartimento Sviluppo Sociale del Inter-America Development Bank di Washington, ed è fondatrice e componente dell'International Center for Research on Women (ICRW). Ha inoltre scritto due libri sulla povertà e lo sviluppo delle donne nel Terzo Mondo.
L’abbiamo incontrata in occasione della celebrazione dei 25 anni di vita dell’Aidos (acronimo di Associazione Italiana donne per lo sviluppo, che in greco significa “società fondata sulle differenze”), a cui Mayra ha rinnovato il suo apprezzamento e sostegno nel comune impegno verso un cambiamento che veda tutte le donne non più vittime ma protagoniste.
Ho avuto l’onore di intervistarla, sedute in disparte sulle poltroncine di velluto della bellissima sala del Gonfalone. Mentre risponde alle mie domande mi accorgo che intende davvero quello che dice, le sue parole non sono mai vuote né astratte. E spesso ripete “really” mentre mi dice cosa è possibile fare per cambiare il mondo dall’alto di una posizione elevata come la sua.
La sua è una carriera importante interamente rivolta alle tematiche delle donne. Come è iniziata?
Ho iniziato a lavorare nell’ambito dei “gender issues” davvero tanto tempo fa: nel 1975 in occasione della Prime Conferenza a Città del Messico, dove capitai quasi per caso. Avevo finito il dottorato in psicologia sociale con una tesi, e relativo periodo di apprendistato, sul tema della “differenze sessuali nella violenza e nell’aggressione”. Le delegate dello Stato di Washington cercavano aiuto per mettere insieme un grande seminario all’interno della Conferenza del Messico, e visto l’argomento della mia tesi di dottorato hanno chiamato me. E questo è stato anche l’inizio dell'International Center for Research on Women, fondato l’anno successivo.
Cosa è cambiato dal 1975 ad oggi?
Anche se è vero che l’andamento non è sempre progressivo, e molti sono gli “up and down”, chi, come me, ha iniziato a lavorare in questo ambito più di 30 anni fa (e non solo dal momento apicale dalla Conferenza di Pechino) non può non constatare che i risultati raggiunti sono davvero tanti. Il cambiamento dal 1975 è davvero notevole, quasi inimmaginabile: nessuno allora avrebbe preso seriamente i “gender issues” come oggi.
E qual è oggi l’impegno più urgente nel suo lavoro?
All’interno della Banca Mondiale la mia personale sfida è rivolta all’empowrement economico delle donne: nell’area economica le donne sono molto indietro rispetto ad altri campi. Non hanno ancora pieno accesso a tutte le risorse e a tutte le professioni cui potrebbero desiderare accedere. E questo vale sia per i paesi in via di sviluppo che da noi. A mio parere è necessario andare oltre l’idea del “microcredito” e dare alle donne piena fiducia e potere, garantendo loro autentico accesso in tutti gli ambiti occupazionali di qualità, come finanza, tecnologia, etc.
E questo “accesso” delle donne porterà una differenza?
A che differenza sta pensando? Quella con gli uomini? Io credo che oggi la differenza su cui è necessario porre tutta la nostra attenzione sia non la differenza sessuale, bensì la differenza tra donne. L’eccessivo “gap” esistente tra donne: alcune hanno la possibilità di accedere, ma la maggioranza di loro sono povere, svolgono lavori umili, redditi bassi, etc. Il problema della scarsa percentuale delle donne ai posti di potere va vista in questa ottica: aiutare più donne a rafforzarsi, mirare a superare il gap esistente tra donne, permettere l’accesso anche alle “unskilled”.
Cosa sta facendo la Banca Mondiale per migliorare la condizione delle donne più povere?
Ecco, questo è un po’ il compito del mio dipartimento: stiamo organizzando un piano di azione e intendiamo davvero usare tutte le risorse possibili della Banca per innalzare il livello economico delle donne. Vogliamo che le donne possano avere accesso non soltanto al microcredito, ma a tutti i sistemi e servizi finanziari. Il microcredito ha aiutato le donne moltissimo, ma non le aiuta a compiere il salto necessario che possono sicuramente fare grazie a bravura e capacità ampiamente dimostrata.
Crede davvero che un “salto” delle donne sia possibile nella nostra società?
In tutti questi anni ho capito che il cambiamento può avvenire e può avvenire in tempi molto brevi. Come ad esempio sta dimostrando una società molto conservatrice come il Cile, in cui oggi abbiamo una donna presidente. Inoltre mi sono accorta che non appena la donna inizia ad avere un proprio reddito, questo cambia davvero tutte le dinamiche all’interno della casa.
Che cosa ha imparato dalle donne per lei stessa?
Le donne, in particolare le più diseredate, senza educazione e cognizioni particolari, mi hanno insegnato il loro modo di essere davvero straordinarie. E la capacità di stare insieme tra donne. A loro mi ispiro nella mia vita personale.
(14 gennaio 2007)
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