La riflessione dopo l'elezione del Presidente della Repubblica (Ladynomics)
E alla fine è andata come doveva, ed ogni ambizione, proiezione, illusione si è andata a frantumare contro il duro muro della realtà.
Siamo un paese sfinito dalla pandemia, straindebitato e ad un passo dalla catastrofe o dalla rinascita, dobbiamo andare ad elezioni drammatiche, ridiscutere un patto di stabilità a rischio austerity e i nostri grandi creditori non vogliono correre rischi.
In questo contesto, giusto un filo preoccupante, si sapeva che Mattarella sa tenere a bada i partiti in crisi e Draghi, piaccia o no, garantisce per noi con tutto l’establishment internazionale: davvero, non ci potevamo permettere cambiamenti o esperimenti di alcun tipo.
Per non sprecare però questa settimana di follia mediatica, cerchiamo almeno di capire cosa noi donne possiamo imparare da questa esperienza per il futuro.
Non siamo ancora classe dirigente. Mattarella bis
Essere metà dell’elettorato, come sono le donne, è un potere paritario che dovrebbe portare ad una propria classe dirigente, anche nella società, che condivida la responsabilità delle scelte. In questo momento così difficile non abbiamo però sostenuto la persona che pensavamo più adatta. Ci siamo fermate a “una donna per Presidente” quando era evidente che solo Mattarella era l’unica soluzione possibile, non altri, né donna, né uomo. Per il futuro è bene quindi evitare il riflesso automatico del “vogliamo una donna” ad ogni nomina, ad onta di tutto, e cominciare a chiederci per fare che cosa. Altrimenti rischiamo di apparire incapaci di capire la situazione, figurarsi poi a gestirla.
... continua a leggere l'articolo di Giovanna Badalassi pubblicato il 30 gennaio 2022 in Ladynomics
Lascia un Commento