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Matilde di Canossa, donna emiliana ed europea

Matilde di Canossa, donna emiliana ed europea

La “Gran Contessa” - La Provincia di Reggio Emilia dedicherà una mostra ed un premio internazionale a questa donna carismatica e di straordinario coraggio.

Sonia Masini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007

Matilde di Canossa, nata a Mantova nel 1046 e morta a Bondeno di Roncore nel 1115, ha avuto un ruolo centrale nell'epoca delle lotte per le investiture. E’ la principale figura femminile del medioevo europeo ed una delle maggiori che la storia ricordi. La "Gran Contessa" fu a tutti gli effetti una donna europea, di stirpe e di cultura internazionale.
Figura chiave dell'intermediazione nella lotta tra i due poteri universali che dominarono l'Europa nel medioevo, Impero e Papato, Matilde operò sulla scena politica europea incidendo profondamente anche sul piano sociale e culturale. Protettrice di insigni giureconsulti come Irnerio, fondatore della scuola giuridica di Bologna, Matilde di Canossa appoggiò il papa Gregorio VII nel processo di riforma della Chiesa. In particolare, ella si inserì nel vivo della riforma gregoriana del Regno Italico. D'altro canto, l'eredità di Matilde è rintracciabile anche in quella congiuntura fondamentale della storia italiana coincidente con l'inizio della vicenda dei liberi comuni, la cui nascita è stata addirittura attribuita all’ispirazione dell’opera matildica.
Donna risoluta e di straordinario coraggio, Matilde ereditò un vasto dominio esteso lungo la dorsale appenninica dal Lazio e alla Lombardia, con centro a Canossa, in territorio reggiano. I domini matildici, stretti tra i territori dell'imperatore e quelli della Chiesa, rivestivano una valenza strategica, costituendo una zona "cuscinetto" contesa da entrambi. Matilde giocò un fondamentale ruolo di intermediazione, culminato con il famoso incontro del gennaio 1077 fra l'imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII nel Castello di Canossa. E’ in occasione di quella delicata operazione politico-diplomatica che emerge al meglio il tratto femminile della personalità della contessa. Ed è da quella vicenda che “l’andare a Canossa” ha assunto il senso del chiedere perdono.
La travagliata vicenda biografica della Contessa va ben al di là dello stereotipo della donna di potere, disegnando il profilo di una personalità femminile complessa, in bilico tra le pratiche di governo e la solitudine della statista, tra “gli affanni del mondo” e la nostalgia per la vita contemplativa, tra i successi nella vita pubblica e le difficoltà nella vita privata, e trova un filo conduttore nell’inquietudine di una personalità destinata a sfidare le convenzioni, i pregiudizi e l’incomprensione dei poteri maschili del tempo. Non fu risparmiata neppure a lei, come ad altre figure femminili, l’accusa di essere l’amante di qualcuno (in questo caso, Papa Gregorio VII) e di trarre vantaggio da tale condizione. Ma Matilde sembrò, almeno in apparenza, di non curarsi dei pettegolezzi ne’ delle accuse cui venne sottoposta.
Il carisma e la suggestione di una donna che, nel cuore del medioevo, incarnò in modo emblematico il femminile, ha alimentato una mitologia che ha attraversato quasi un millennio ed ha finito per saldarsi definitivamente anche con la storia della cultura europea contemporanea, e non solo emiliana.
Dal canto suo, la provincia di Reggio si sente ed è "terra matildica", “terra di Canossa”. L’ambito reggiano costituisce il cuore del “sistema Matildico”, di quel dominio territoriale (e non solo difensivo) organizzato dalla Contessa: non solo perché qui ella aveva scelto la sua dimora, ma soprattutto perché nella collina reggiana l’organizzazione territoriale si è strutturata sui suoi assi difensivi ed ancora conserva componenti dell’articolato sistema, di rilevanza storica e paesaggistica. Il patrimonio rimasto è di valore enorme, riconosciuto da studiosi e turisti di tutto il mondo.
Le architetture fortificate, sorte per esigenze difensive in posizione elevata, dominano ancor oggi vasti ed eccezionali contesti paesaggistici e segnano in modo indelebile la qualità di un territorio famoso per la qualità dei servizi, la coesione sociale, la forza dell’impresa diffusa e non abbastanza conosciuto, invece, per gli straordinari monumenti storici e culturali, dai borghi ai castelli, alle corti, alle case a torre.
Da alcuni anni stiamo promuovendo, anche attraverso la “Biennale del Paesaggio”, l’amore per il bello e la tutela del patrimonio storico. E’ alla figura di Matilde, ma anche al persistere dei segnali della sua epoca nelle architetture e nel paesaggio, che la Provincia di Reggio Emilia dedicherà una mostra nell’estate del 2008.
Contemporaneamente, verrà riproposto il Premio Matilde di Canossa, già assegnato a figure come Rita Levi Montalcini, Adriana Zarri, Margherita Haak, e destinato a una donna che si sia distinta nell’ambito della cultura, dell'azione politica o sociale in campo internazionale. Un Premio di alto profilo che vogliamo dedicare a tutte le donne, al loro coraggio e alla loro capacità di ribellarsi alle ingiustizie ed ai pregiudizi a cui sono ancora sottoposte.

*Presidente della Provincia di Reggio Emilia

(27 dicembre 2007)

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