Mercoledi, 06/07/2022 - Sono a Matera per partecipare a un concerto “fusion”, almeno così lo chiama un gentile brigadiere della Guardia di Finanza che ci ferma per controlli ordinari sulla strada 106, in una giornata rovente di Luglio. Credo che la serata con Jimmy Sax corrisponda perfettamente alla parola citata. La musica del sassofonista francese ha note (personalmente un po' eccessive) provenienti da tradizioni diverse che si fondono tra loro dando origine a sapori nuovi: questa la ricetta di uno spettacolo che secondo mia figlia ci farà saltare sulla sedia. Per ora mi godo il paesaggio della Basilicata prima di arrivare alla terra di Sassi.
Arriviamo a Matera piena di turisti e non poteva essere diversamente visto che la data del nostro concerto corrisponde alla festa della Madonna della Bruna, matrona della città. Il termine deriverebbe dal nome di Hebron, la città della Galilea dove si recò la vergine Maria per assistere la cugina incinta. Nel 1389 il Papa Urbano VI, che era stato arcivescovo di Matera, aveva dato un grande significato alla visitazione di Maria ad Elisabetta dichiarandone la festa ufficiale il 2 Luglio. Tutto torna. I materani fieri di un Papa della loro terra diedero vita ogni anno ad una festa eccezionale fatta di carri, cavalli, luci e delizie di ogni genere.
Quello che abbiamo visto anche in questo Luglio 2022 che è nato già con un sole “cocente”. La sera del concerto abbiamo percorso la piazza principale ricamata di luci dai colori che sfumavano dall’avorio al blu cobalto. E quello che lasciava col naso all’insù era il fatto che il cielo non si vedeva, era nascosto da una volta a botte illuminata. Non ho mai visto come meridionale uno spettacolo simile. Ma la meraviglia doveva ancora dare i suoi effetti: al ritorno dal concerto, terminato tardissimo parchè Jimmy Sax proprio non voleva finire di soffiare come un compressore sul suo povero sassofono, che belava costringendo quasi il suo padrone a tornare a casa, la meraviglia non si è fatta attendere. La galleria era spenta, la volta a botte manifestava anche senza luci tutta la sua arte compositiva. Le lampadine e gli intarsi in legno erano sistemati come si lavora a chiacchierino, tutti erano ordinati come dei grandi centrini a chiacchierino che si stagliavano imponenti verso il cielo, quelli che le nostre nonne sistemavano nella camera da letto come conclusione di un ricamo difficile, fatto di nodini e pippiolini, con un sottile cotone ecrù. Il colore delle luminarie spente. Il colore dei sassi in una notte di luna, di stelle e di luci cobalto.
Elena Manigrasso
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