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Maria Montessori, una scienziata italiana

Maria Montessori, una scienziata italiana

L'intervento in occasione del Salone dell'Editoria Marchigiana alla Mole Vanvitelliana di Ancona

Martedi, 08/04/2025 -

Intervento al Salone dell’Editoria Marchigiana (SEM, sabato 22 marzo 2025) alla Mole Vanvitelliana di Ancona
1)Testo
e Con-testo

La biografia di Maria Montessori, nata a Chiaravalle (AN), il 31 agosto 1870 e morta nei Paesi Bassi, in Olanda, a Noordwik, il 6 maggio 1952, a 82anni, è emblematica di un certo “provincialismo culturale” nostrano con l’aggiunta del quasi connaturato pregiudizio sessista. A 12 anni frequenta l’Istituto Tecnico ed è tra le prime 10 alunne a frequentarlo in Italia. Senza Maturità classica non può scegliere e frequentare, all’Università,Medicina&Chirurgia tanto che è costretta a iscriversi a Scienze Biologiche e, successivamente, fare il passaggio di Facoltà. Sarà la terza donna in Italia a laurearsi nel 1896 in Medicina.Terrà sempre un rapporto stretto con le Associazioni femminili per il suffragio sia in Italia sia in Europa tanto che a Berlino, nel 1896, scrive un prezioso saggio su “La questione femminile” (1890), poi a Londra nel 1900 e nel  1908 sul voto e la libertà femminile, partecipando di persona alle lotte per il suffragio femminile.La prima realtà a dar credito al suo metodo è l’Olanda tanto che, nel 1919, nasce la Società Olandese per il Metodo Montessori e negli anni 50 si trasferirà lei stessa nei Paesi Bassi, a Noordwik, dove morirà e verrà sepolta con grandi riconoscimenti pubblici in una tomba monumentale. 

2)La misura-di-sé

Maturare il senso-di-sé con la cura della misura permette all’individuo umano di crescere nel senso di maturare uno sguardo, libero&aperto, sul mondo che diventa tutt’uno con la propria persona che può riuscire così a esprimere una visione aperta&sinottica sulla vita umana e, quindi, sulla realtà culturale&sociale, prodotta dallo stesso essere umano. Perché non si tratta (più o solo) di una realtà naturale, ma la nostra vita è il frutto del pensato e del costruito in base ai propri interessi e ideali. Non è facile. Ma sta qui la sfida montessoriana! L’educazione alla lettera “conduce fuori” (ex-ducere) la nostra essenza e nel riconoscerla ci si apre all’esistenza con l’ottica di convivere insieme per stare al mondo. Le donne poi mettono al mondo il mondo, come affermano le filosofe della Comunità di Diotima di Verona, per cui danno e assumono il senso della vita alla vita biologica stessa, che non è mai ormai più solo e soltanto biologica. Anche in ciò si coglie e si può attualizzare il senso delle Case montessoriane dei Bambini e delle Bambine, realizzate, per la prima volta, a Roma, nel 1907, nel popolare quartiere di San Lorenzo (lo stesso paradossalmente scelto da Elsa Morante per la sua Storia, nel 1974): tutto a misura di quel umano in fieri, che nel formarsi va inter-agito,accolto, ascoltato. E l’imposizione del modello adulto unico è una violenza psicologica inaudita perché si diventa di fatto queibambini&bambine che eravamo. 

3)L’uni-verso dell’uman-ità

Il contesto montessoriano elargisce la possibilità di vedere e di vivere il mondo con lo sguardo della coscienza di sentirsi parte dell’umanità, in quanto umana-unità o meglio l’insieme appunto del genere umano. Riconoscere all’infanzia la sua dimensione lo permette, aprendo così orizzonti di vivibilità e di rispetto reciproci, come sottolinea il grande magistermontessoriano, Augusto Scocchera, che, in diversi testi, ma qui mi riferisco a Una storia per il nostro tempo (1997, riedita dall’Opera nazionale Montessori nel 2005), dove si rivendica intanto la scientificità del pensiero montessoriano e se ne sottolinea, poi, la valenza culturale e politica capace di elargire chiavi-di-lettura a ogni generazione. Felice fu l’esperienza didattica del magister Augusto Scocchera vissuta, insieme anche alla sottoscritta, con il “Gruppo LISA” delle Pari Opportunità a scuola, all’ITIS “Volterra” di Ancona, che nel 2001 produrrà poi un cd “Le radici e le ali”. Qui la pedagogia montessoriana si apre a opportunità e sfide epocali, se i giovani si fanno protagonisti, coniugando sempre la propria specificità con la realtà circostante. L’autenticità dell’educazione passa proprio attraverso la maturazione di questa consapevolezza nel rispetto delle identità individuali, anzi personali. 

4)Essere Pensare Fare e viceversa

La logica che guida è quella della coerenza e del rispetto nella pratica didattica ma anche trasferendosi nel sociale, fuori dalle mura scolastiche. E non è un caso che quest’ultime, per Montessori, andrebbero abbattute. Anche per una continua e possibile educazione permanente per quell’infanzia che permane in ogni individuo umano: un nucleo fertile e affatto riduttivo o residuale. Il metodo, allora, fa sempre sostanza e pone i distinguo necessari per essere nel pensare e nel fare. E’ una praxis che permane dentro la persona, se nell’infanzia c’è questo tipo di cura che, poi, diventerà autonomia di sé e apertura al mondo, nell’attenzione non solo all’alter, ma anche all’habitat, all’ambiente inteso come il contesto nel quale l’umano è inserito, in quanto zoonpolitikon. Essere è, quindi, diventare quella soggettività umana che si-è, che pensa e agisce, consapevole dell’azione compiuta che lo qualifica. 

5)Le bambine e i bambini che siamo

Nella maturazione di questo percorso le stesse persone adulte non si perdono di vista per quello che sono state nella loro infanzia. C’è una cura-di-sé che coltiva e non dimentica trascurando la propria radice. Le insegnanti e gli insegnanti montessoriani devono, anzi possono, nel continuo scambio, dialettico e formativo, vivere e misurare sul campo quella dimensione umana che ci appartiene. L’infanzia diventa, anzi continua la sua funzione educativa anche nel mondo adulto che spesso se ne dimentica, svalorizzandola senza più tener conto delle (proprie) radici. Non è un gioco delle parti ma nell’insegnamento montessoriano si è sempre chiamati in causa come persone integrali e in continua formazione. Giammai, per Maria Montessori, sarebbe possibile,a chi insegna, dimenticare il proprio Sé, quel nucleo fondante costitutivo di ogni personalità. È una sorta di circolo ermeneutico in cui l’interazione con la vita sia biologica sia sociale è costitutiva della possibile interpretazione del mondo. D’altronde, è la base la condizione geometrica dell’altezza per ogni figura simbolicamente rappresentata. 

Patrizia Caporossi
Filosofa e Storica delle Donne
(https://www.treccani.it/enciclopedia/patrizia-caporossi/)
Associazione di Donne, SEMAJ, Seminari Magistrali di Genere “Joyce Lussu”, Ancona


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