Maria Luisa Busi: non ad ogni costo.

Lunedi, 24/05/2010 - Di Maria Luisa Busi sappiamo, da una vecchia intervista mai contraddetta, che al suo esordio nel giornalismo si autoescluse da alcuni colloqui di assunzione per essersi rifiutata di allegare al curriculum le sue fotografie. Sappiamo che si rifiutò, in diretta, di leggere la velina su uno stupro così come era, per lo stile denigratorio della vittima. Era il 2005, e la sua professionalità non aveva evidentemente trascurato né il suo sentire, né il sentire delle donne che si stavano esprimendo nel paese.



La notizia delle sue dimissioni dal video del TG1 della RAI, è espressione coerente della professionalità di quei gesti che sono difficili da dimenticare.







Professionalità, l’affermazione della propria libertà che non a caso coincide con quella dei destinatari del servizio televisivo, non eroismo.



Maria Luisa Busi non può essere incensata per i suoi gesti, e noi non vogliamo di quelli farla prigioniera, attribuendole missioni aggiuntive al di fuori del suo lavoro. Sa fare il suo lavoro, e per questo va stimata. Ci dispiace che la poca professionalità di altri rimanga a dettar legge in un luogo importante dell’informazione, ma a far giustizia di questo non bastano le affermazioni e l’enunciazione delle regole. Ci vogliono gesti politici, anche di quell’opposizione che affolla i salotti dei soggetti che ogni giorno tradiscono il buon senso, gli utenti e la loro professione. Ci vogliono gesti politici e le donne sanno farne, anche dalle professioni.



Il gesto politico è anche non esserci, è per esempio non “garantire la presenza femminile”, quando la rappresentanza si iscrive all’interno del pessimo o del niente e finisce per legittimare l’uno e l’altro.



Udi di Napoli, Camera delle Donne, Associazione Maddalena, Donne Medico





Napoli, 22/05/2010