- La passione per la pittura coltivata insieme a quella per le lotte in difesa dei diritti delle donne. Intervista a Marcella Bravetti
Sabelli Fioretti Anna Lia Giovedi, 03/12/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2015
È in assoluto l’uomo che ha amato di più nella vita e ama ancora appassionatamente. “Non passa giorno che non pensi a lui”, spiega, nonostante il suo lui sia morto suicida nel 1890. Quanto Vincent Van Gogh abbia influito nel suo modo di dipingere ed influenzato l’esistenza stessa di Marcella Bravetti lo si evince senza ombra di dubbio nei suoi 1200 dipinti, per i quali non solo ha usato gli stessi colori e pennellate e le stesse suggestioni, ma spesso anche gli stessi luoghi (Saint Paul, Arles, Baux, Auvers). Per non parlare degli autoritratti e dei soggetti “rubati” al grande olandese, ovviamente rivisti e riproposti attraverso la sua personale sensibilità d’artista. “Ancor prima di ‘incontrarlo’ per la prima volta in una mostra a Roma che ho visitato nel 1988 - confessa Bravetti, che si prepara ad esporre oltre cento opere a Perugia (Ex Chiesa della Misericordia, Via Oberdan, 9-25 gennaio 2016, catalogo su fb) - nel mio modo di dipingere c’era qualche cosa che richiamava il suo stile. Avevo già Van Gogh dentro di me. Trovai la sua pittura magnifica ma molto triste, i suoi personaggi erano tutti particolarmente sofferenti. Però meravigliosi. Mi sono detta: voglio dipingere bene come lui ma i miei personaggi saranno meno sofferenti”. E così ha fatto, attingendo al suo personale vissuto di operaia della Spagnoli per 38 anni, di tre anni da sindacalista e di donna impegnata da sempre nel sociale per la difesa dei deboli ed in particolare delle donne. Per questo nella sua “galleria” artistica troviamo pastori, zingari, senzatetto, circensi, bambini, anziani, donne fragili. “Sono un’autodidatta - racconta -. Già negli anni della fabbrica , con il gruppo Acli facevamo un giornalino con il ciclostile e io disegnavo le vignette. A metà degli anni ’70 ho iniziato a dipingere ad olio su tela. Una rivelazione, una svolta. Non ho mai voluto andare a scuola, fare corsi di pittura. Ti mettevano davanti ad una mela e ad un vaso e poi ti dicevano di rifarli. Lo trovavo mortificante”. In quel periodo le piaceva Modigliani, così per il suo primo dipinto ad olio ha preso una donna bionda, l’ha messa di profilo e le ha fatto il collo molto lungo. “Avevo l’esigenza di esprimere tutto che quello avevo dentro: un’esplosione di colore, di volti e di forme. Quando sono andata in pensione le mie amiche mi hanno regalato un cavalletto professionale e lavoro ancora con quello”. Non si offende se qualcuno la considera una pittrice naif, ma non si riconosce nella definizione. “A mio avviso sono un’espressionista. Esprimo me stessa attraverso la pittura. Mi considero, come Vincent, una persona sensibile e fragile”. Ed eccola a parlare di nuovo di Van Gogh. Marcella espone in questa antologica perché, precisa, “sono vicina agli 80 anni e voglio mostrare il meglio del mio lavoro di una vita. Non credo che andando avanti negli anni potrò fare di più. Oltre non posso andare”. Nella copertina del catalogo c’è un bellissimo ritratto di un anziano con la testa china e un cappellaccio che gli copre il volto. È suo fratello. L’ha copiato da un’immagine scattata dallo stesso fotografo che ha immortalato Benigni con in braccio Berlinguer. “L’ho trovata così intensa da farmi venire le lacrime. Non si capisce se sta dormendo o se si sta coprendo con il cappello il volto da chi lo sta fotografando”.
DALLA FABBRICA AL CAVALLETTO
Marcella Bravetti, perugina, è nata nel 1938. Inizia a dipingere nella seconda metà degli anni ’70, quando è ancora operaia nel tessile. Il richiamo naturale verso i colori è fortemente supportato nella necessità di esprimere le passioni sociali, sindacali, politiche e umanistiche che la caratterizzano, ora come allora, e che hanno segnato in modo profondo il suo vissuto personale. Molto impegnata nel movimento delle donne, ha fondato nel 1988 il Comitato internazionale 8 marzo, di cui è tuttora presidente. Iscritta nell’albo mondiale degli artisti, ha partecipato alla collettiva per lo speciale premio Marais, a Parigi nel luglio 2013, promossa dalla EA Editore. È presente in molti cataloghi nazionali, e in rete ha un proprio sito (www.bramar.org), in facebook e nei siti www.romart.it (ospite degli artisti romani), su www.celeste.it, www.bebopart.it (sito promosso da Vittorio Sgarbi); di recente è nella innovativa galleria virtuale 3D Art Gallery. In occasione della mostra sarà pubblicato un calendario con 12 opere artistiche. Informazioni e contatti: bramar11@virgilio.it.
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