Stamperia a Roma - Incisioni e stampe, restauri e rilegature: non solo un laboratorio d’arte
Rosanna Marcodoppido Domenica, 19/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010
Esiste a Roma un luogo prezioso in via Modena 50, vicino alla Stazione Termini, tenuto vivo con ostinazione, passione e non poche difficoltà da due donne, Alba Balestra e Paola Pupillo, rispettivamente madre e figlia. È la sede dell’Associazione Internazionale Incisori e dell’ “Atelier 50” in cui si svolgono attività legate all’incisione, alla stampa d’arte, al libro d’artista, con interventi anche all’esterno, soprattutto nelle scuole. Dunque un vero e proprio laboratorio, luogo di lavoro e nello stesso tempo spazio espositivo e di dibattito. Io vi sono approdata nei primi anni novanta per riprendere a misurarmi con una forma espressiva da tempo abbandonata. Ho seguito lezioni sulle varie tecniche di incisione e stampa, ho partecipato a stages - chiamati “Segreti d’artista” e tenuti da artisti/e italiani/e e stranieri/e - tra i quali quello, bellissimo, con la spagnola Consuelo Vallina sulla fabbricazione della carta a mano, una carta che, volendo, già può portare in sé elementi precisi di pittura. Ho conosciuto donne eccezionali che purtroppo non ci sono più come Joyce Lussu e la cilena Maitè Guerriero, in Italia da dopo il golpe. Ho lavorato con artisti/e di varie parti del mondo: Bolivia, Macedonia, Turchia, Stati Uniti, Paesi Baschi, Germania…Dicevo un luogo prezioso, fuori dal tempo della fretta, dove si recupera il piacere della manualità, la capacità di lavorare con gli altri, di sostenersi e arricchirsi reciprocamente, di divertirsi anche di fronte a una lastra rovinata per sempre. E, mentre si aspetta che l’acido faccia la sua parte, si osserva chi lavora, si prende un caffè e all’ora di pranzo si mangia insieme. A volte si canta.
Alba, quando è cominciata questa avventura e perché?
Era la fine degli anni 70. Vi è stato un incontro indimenticabile con Silvano Gosparini e Nicola Sene fondatori insieme a Riccardo Licata ed Enzo Di Martino della Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e di Atelier Aperto. Come resistere all’invito di organizzare a Roma un’associazione ed un laboratorio dove recuperare, insegnare, rinnovare le tecniche di incisione e stampa d’arte? Sono passati 30 anni durante i quali abbiamo molto lavorato ed esposto in varie parti del mondo. La mia è una passione nata quando a Roma esistevano famose stamperie dove si ammiravano opere di grandi artisti. È nata allora e non finisce, forse perché l’incisione è uno dei linguaggi che si sono più evoluti con tecniche sperimentali inimmaginabili, forse perché il laboratorio è un luogo d’incontro, di confronto, dove si instaurano grandi rapporti di amicizia con artisti come te.
Paola, tu hai fatto di questo impegno il tuo lavoro. Quali le difficoltà, le soddisfazioni e quali desideri per il futuro?
Le difficoltà sono relative soprattutto ai costi, non sempre coperti dalle attività che svolgiamo. Le soddisfazioni sono molte. È bello restaurare libri e crearne di nuovi, cuciti a mano e decorati con tecniche antichissime. Ci vengono a trovare studenti, docenti, artisti e curiosi, ma la cosa che più mi esalta, emoziona e mi spinge a denti stretti ad andare avanti è l’entusiasmo dei bambini quando, girato il torchio scoprono come per magia l’inchiostro precedentemente spalmato sulla lastra sia passato sul foglio bagnato! Mi piacerebbe poter lavorare ancora a lungo e avere riconoscimento e sostegno concreto dalle istituzioni.
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