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Mantova, Festivaletteratura. 4 / La collana diretta da Annarosa Buttarelli

Mantova, Festivaletteratura. 4 / La collana diretta da Annarosa Buttarelli

Pensiero e pratiche di trasformazione. La collana diretta da Annarosa Buttarelli ... Echi da Mantova

Lunedi, 09/09/2013 - Il mondo dei libri nostrano si è arricchito di una nuova collana Pensiero e pratiche di trasformazione - Libri che accompagnano sulla via di profondi cambiamenti alla portata di tutti, collana diretta da Annarosa Buttarelli - filosofa della differenza sessuale, docente all'Università di Verona e una dei "pilastri" di festival letteratura.

Ovviamente avrete già capito il perchè di questa premessa; perchè senza Annarosa noi non avremmo mai avuto la possibilità di scoprire e di conoscere un'altra donna straordinaria: l'australiana Mary Zournazy residente a Sidney, dottorato

di ricerca in teoria della cultura, filosofia e politica. Il suo lavoro: scrittrice e produttrice di programmi radiofonici. Tra le sue collaorazioni più recenti un libro scritto assieme a Wim Wenders "Inventing Peace. A dialogue on percepiton" (Inventare la pace. Un dialogo sulla percezione).

Mary è stata invitata per parlare di SPERANZA, nuove filosofie per il cambiamento.

Questo suo lavoro ora disponibile anche per noi italiane ed italiani è una raccolta di conversazioni con filosofe e filosofi del nostro tempo (Chakravorty Spivak, Kristeva, Hage, serres, Lingis, Massumi, Mouffe, Stengers, Laclau, taussig, Papastergiadis, Tsiolkas) per donare all'umanità filosofie che alimentino la speranza e che diano indicazioni pratiche per il cambiamento.

La speranza è un tema difficile e nella sua conversazione con Giacomo Marramao e Riccardo Panattoni subito le è stato riconosciuto il grande coraggio femminile per averlo voluto affrontare.

Può la speranza che indica spinta propositiva essere accompagnata dalla nostalgia, dato che la nostalgia senza speranza è rassegnazione?

Come alimentare la speranza per mettere in gioco il nostro sguardo? Coltivando la speranza contro l'evidenza, non negandola, ma per ambire alla rinascita. Non può esserci speranza senza gioia, anche questo altro tema difficile perchè implica sempre una visione, una trasformazione del mio sguardo e i momenti di gioia non sono momenti accumulabili ma che trasformano il rapporto individuale col tempo.

Esiste uno stretto rapporto tra speranza e promessa intesa come qualcosa che deve arrivare, la promessa è la ragione della speranza.

La speranza è accompagnata dalla passione che è desiderio perciò positivo. Se la crisi del nostro tempo è data dalla incapacità di cogliere i segni del tempo, le considerazioni proposte aiutano ad uscire dal nostro scontento per superare l'impasse di oggi dove la domanda sociale è non solo lavoro ma anche di vita qualitativamente alta?

Aprirsi alla nuova speranza indica chiaramente il nesso esistente con la crisi e l'agire giocando strategicamente con essa all'interno di uno scenario che attualmente non può prescindere dal resto del mondo e dalla ripresa del contratto naturale con l'ambiente lanciando la sfida all'elemento dominante del capitalismo che è il tempo, la rapidità spostando la discussione filosofica dalla temporalità alla spazialità.

Ecco la differenza di genere nella filosofia: la temporalità è maschile, la spazialità è il modo femminile di affrontare il mondo; in fondo la vita è l'intreccio tra spazio e tempo.

Mary ci dice che ripensare l'idea di speranza è anche ripensare alla gioia e all'etica della gioia, all'etica della compassione e del piacere.

L'idea di promessa le piace perchè aiuta a ripensare l'idea del tempo in cui viviamo. Le piace la frase di Nietsche "... in tempi impossibili, quando uno non sa quanto è vecchio o per quanto tempo dovrà ancora essere giovane" nel senso di non essere troppo veloci ripensandoci in un nuovo stato cosmoecologico il cui è il mondo che deve parlarci.

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