Proprio nel momento in cui i cittadini dovrebbero poter contare sulle istituzioni per superare le gravi difficoltà provocate dalla crisi economica, lo Stato batte in ritirata, lascia completamente sole le persone e le famiglie, con l'incredibile riduzione delle risorse dei fondi nazionali per le politiche sociali: i finanziamenti passano dai 2 miliardi 527 milioni del 2008 ai poco più di 545 milioni previsti per il 2011. Una riduzione di quasi l'80%!
Siamo al collasso. Saranno le persone più a rischio di emarginazione a pagare queste sciagurate scelte politiche.
La spesa sociale pro-capite, che finanzia interventi di assistenza e sostegno sociale, va dai circa 33 euro della Campania ai 344 euro della Valle d’Aosta e continua ad essere molto più bassa nel Sud, nonostante da otto anni il Mezzogiorno cresca meno del Centro-Nord, con una povertà diffusa che coinvolge quasi il 23% delle famiglie.
Per garantire la qualità dei servizi, la dignità degli operatori sociali e i diritti di cittadinanza!
Le organizzazioni promotrici della mobilitazione chiedono al Governo di:
• rinunciare ai tagli alla spesa sociale, con il ripristino delle risorse economiche del Fondo Nazionale e del Fondo per la non autosufficienza
• definire i Livelli Essenziali di Assistenza
• introdurre misure di contrasto alla povertà
Bisogna tornare a investire sulle politiche sociali per raggiungere obiettivi di coesione e di inclusione sociale, di sicurezza, salute, di promozione della legalità e della qualità della vita dei cittadini.
Non vogliamo che il welfare si trasformi in pura carità o assistenzialismo.
Vogliamo un modello di welfare che risponda ai bisogni concreti delle persone e tuteli i diritti di cittadinanza come diritti costituzionali, in un rigoroso federalismo solidale.
Le politiche sociali non possono essere marginali: vogliamo un welfare come volano dello sviluppo, che non può essere più costruito su pratiche di delega degli interventi e dei servizi sociali al Terzo settore, a costi ridotti. Un welfare che si basi invece sull’integrazione dell’intervento fra il sistema pubblico e le organizzazioni no profit, nel rispetto reciproco dei diversi ruoli, nel riconoscimento della dignità del lavoro sociale.
PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA MOBILITAZIONE
NB: Vi invitiamo a portare le vostre mutande vecchie in piazza per consegnarle al ministro Tremonti e al presidente Berlusconi, ovvero a chi ha lasciato in mutande non solo gli operatori sociali, ma anche migliaia di anziani, disabili, bambini, immigrati, rimasti privi di assistenza.
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