Mercoledi, 04/07/2018 - A Palermo fino al 4 novembre 2018 si svolge la dodicesima edizione di Manifesta, la biennale nomade europea che presenta i lavori di 50 artisti in una ventina di luoghi della città.
Palermo, crocevia di tre continenti nel cuore del Mediterraneo, è animata quest’anno da un fiorire di iniziative, eventi, mostre che l’hanno portata alla ribalta della scena artistica internazionale. Oltre a essere stata designata Capitale Italiana della Cultura 2018, infatti, la città ospita, dal 16 giugno al 4 novembre, la dodicesima edizione di Manifesta, una biennale di arte e cultura contemporanea, itinerante per l’Europa, che si è sempre contraddistinta per una forte vocazione all’impegno politico e sociale, affrontando questioni di scottante attualità. Fondata nei primi anni Novanta ad Amsterdam dalla storica dell’arte olandese Hedwig Fijen, che ancora oggi la dirige, Manifesta si svolge ogni due anni in una diversa città europea (la tredicesima edizione si terrà a Marsiglia nel 2020) e, per statuto, si è data il compito di indagare attraverso l’arte il DNA dell’essere europei. “Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza” è il titolo di Manifesta 12, che affronta un tema suggerito dalla realtà stessa di Palermo, città di snodo di molteplici flussi migratori, dagli antichi Fenici, Greci, Arabi e Normanni fino ai recenti arrivi dal Nord Africa e dall’Asia. Una città modellata dalle differenze e dalle contaminazioni che la biennale assume a laboratorio di nuovi, possibili modelli di cittadinanza. In particolare l’Orto Botanico, creato alla fine del Settecento, dove coesistono specie di piante provenienti da ogni continente, è divenuto metafora della capacità di questa città di aggregare le differenze. Rifacendosi, inoltre, alle idee del paesaggista e filosofo francese Gilles Clément, che nel 1997 ha paragonato la Terra a un “giardino planetario” di cui l’umanità deve prendersi cura, Manifesta 12 insiste sul tema del “giardino” inteso come modello virtuoso di aggregazione e coesistenza.
Il progetto è stato ideato da un team di curatori composto dalla documentarista olandese Bregtje van der Haak, dall’artista e architetto spagnolo Andrés Jacque, dall’architetto e scenografo italiano Ippolito Pestellini Laparelli, partner dello studio OMA di Rotterdam, e dalla storica dell’arte svizzera Mirjam Varadinis.
Disseminata in una ventina di luoghi iconici di Palermo, non istituzionali e in parte inediti come spazi espositivi, Manifesta 12 presenta una cinquantina di lavori, molti dei quali appositamente commissionati ad artisti, ma anche a scrittori, registi, architetti e collettivi di tutto il mondo, che per lo più hanno tratto ispirazione dalla città stessa. Solo per fare qualche nome si va da Tania Bruguera a Patricia Kaersenhout, da Kader Attia a Marinella Senatore, da Yuri Ancarani a Cristina Lucas, da Maria Thereza Alves a Leone Contini, da Renato Leotta a Uriel Orlow, da The Peng Collective a Rotor, da Invernomuto ai Masbedo, da Fallen Fruit a Wu Ming 2.
L’organizzazione tematica di Manifesta, articolata in tre sezioni principali (Garden of Flows, Out of Control Room, City on Stage) con tante sedi disseminate per tutta Palermo, invita a compiere un viaggio alla scoperta della città, dalle aree degradate, ma affascinanti, del centro storico fino alla periferia. Si parte dal Teatro Garibaldi, tornato a svolgere una funzione pubblica come quartier generale della manifestazione, presso piazza Magione, sventrata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e si prosegue attraverso percorsi che conducono a location mozzafiato, ciascuna unica nel suo genere: dimore storiche sontuose ma decadenti, come il settecentesco Palazzo Butera, l’elegante Palazzo Ajutamicristo, il fatiscente Palazzo Costantino o Palazzo Forcella De Seta, antica “casina a mare”; splendide chiese e oratori; l’Orto Botanico; l’architettura fascista della Casa del Mutilato, fino ad approdare in periferia, sulla collina di Pizzo Sella, sfregiata dall’abusivismo, oppure nel quartiere Zen (Zona di Espansione Nord). Qui lo stesso Gilles Clément ha avviato un progetto a lungo termine, coinvolgendo i bambini del quartiere nella creazione di un giardino al posto di uno spazio incolto e abbandonato tra una palazzina e l’altra, un giardino di cui gli abitanti dovranno prendersi cura, sviluppando così un senso di responsabilità condivisa.
Naturalmente le sedi della biennale non esauriscono certo tutte le cose meravigliose che ci sono da vedere a Palermo. Ma per quanto riguarda l’arte contemporanea, nel corso di quest’anno straordinario per la città, molti altri luoghi, solitamente chiusi al pubblico, sono aperti per ospitare gli innumerevoli eventi collaterali che affiancano Manifesta.
Come in un’appassionante caccia al tesoro, perciò, al visitatore non resta che guardarsi intorno e proseguire nell’esplorazione.
Per maggiori informazioni: www.manifesta12.org e www.manifesta12.org/collaterals
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