Questo è un film che tratta il malessere maschile.
L’uomo non dimostra il suo dolore, non piange, non si lamenta, ma attraverso la violenza palesa la sua disperazione.
a cura di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Manchester by the sea, è l’ultimo film di Kenneth Lonergan di cui è anche sceneggiatore con cui ha guadagnato il ben meritato Oscar, conquista con un dramma scavato nelle luci e ombre di un fatto di solitudine, di un dolore che non riesce a trovare pace, a partire dal tema del lutto come forza distruttrice all'interno di una famiglia, per proseguire con l'intensità emotiva del racconto e il tono straziante delle interpretazioni.
Questo è un film che tratta il malessere maschile. È descritto il modo dello star male maschile in un mondo quasi primitivo, nordico, attraverso l’assenza di dialogo e di apertura nei confronti degli altri e dove è importante l’immagine dell’uomo forte.
L’uomo non dimostra il suo dolore, non piange, non si lamenta, ma attraverso la violenza palesa la sua disperazione. I sensi di colpa lo possono portare a tentare suicidio mentre la violenza sugli altri è l’espressione della sua impotenza e frustrazione.
La vicenda è una storia ambientata del nord dove freddo, neve, tempesta e mareggiate sono il pane quotidiano.
Kenneth Lonergan con questo film, si è fatto duro e maturo, senza perdere la tenerezza. è al suo terzo film e per questo talentuoso regista e sceneggiatore newyorkese ancora poco conosciuto, sembra però arrivato il suo momento.
Lee Chandler conduce una vita solitaria in un seminterrato di Boston, tormentato dal suo tragico passato. Quando suo fratello Joe muore, è costretto a tornare nella cittadina d'origine, sulla costa, e scopre di essere stato nominato tutore del nipote Patrick, il figlio adolescente di Joe.
Lee vorrebbe scomparire. Si è messo ai margini della vita. Per sbarcare il lunario fa lavoretti da idraulico, non parla con nessuno, la sera si ubriaca nei bar e alza le mani contro chiunque lo fissi un po' più a lungo del dovuto.
Mentre cerca di capire cosa fare con lui, e si occupa delle pratiche per la sepoltura, rientra in contatto con l'ex moglie Randy e con la vecchia comunità da cui era fuggito.
Allontanare il ricordo della tragedia diventa sempre più difficile, con il commento musicale che prevede l'Adagio di Albinoni alternati a brani di Hendel e Bob Dylan e Ray Charles.
senza scadere nella retorica.
Il montaggio di Jennifer Lame si rivela un punto forte di “Manchester by the Sea”, che, come ha rivelato il regista era già stato progettato in fase di scrittura
Raccontando il rapporto fra Lee e Patrick, tanto impreparati alla convivenza forzata da risultare a tratti divertenti, riesce ad alleggerire il dramma senza snaturarlo.
Ambientato sulle coste settentrionali del Massachusetts, dove la natura ha la meglio sull'uomo, per l'ampiezza e la profondità delle sue acque e per l'inospitalità e la rigidità delle sue temperature invernali,
Non più la malinconia, ma la tragedia massima, il destino irreparabile, e la vita che, testarda, domanda comunque di essere vissuta, attraverso la gioventù di Patrick e la sua fame di esperienza, di calore umano, che incrinano il ghiaccio del dramma come piccole crepe a forma di sorriso.
Un lungo travaglio per scongelare il cuore di Lee.
Costretto a occuparsi del nipote adolescente rimasto orfano, l'uomo rivive poco a poco il passato da cui tentava la fuga.
Scopriamo così che era un tipo affabile, marito innamorato e padre di tre bambini, e che era solito fare gite in battello assieme al fratello Joe e al nipote Patrick in apparenza il suo opposto in realtà lacerato come lo zio e, quanto lui, in difficoltà ad esprimere le proprie emozioni.
L’unica che piange come si deve, che mostra la drammaticità dei fatti è la moglie di Lee interpretata dalla bravissima Michelle Williams. Lo stesso la madre del ragazzo, interpretata da Gretchen Mol. Dunque Noi donne siamo fatte così.
L’uomo è surgelato dagli eventi e lì scatta la violenza.
Nel film il cadavere di un uomo, il fratello di Lee, deve essere conservato in una cella frigorifera, attendendo il disgelo perché sia possibile scavare il terreno dove depositare la bara.
Di fatto sia Lee che Patrick, sono agghiacciati dal dolore come il paesaggio sotto zero e per loro piangere è impossibile.
Nonostante tutto, la trama sia fortemente drammatica, l’evento scatenante è straziante ma la scrittura brillante e sarcastica rendono ogni altra scena ricca di umorismo e ironia.
Casey Affleck Oscar, come il miglior attore protagonista, è la vera rivelazione di questo film, e altra figura che spicca è quella del giovane co-protagonista Lucas Hedges candidato all’Oscar, come il miglior attore non protagonista interprete di Patrick Chandler, caustico almeno quando il personaggio di Affleck, e altrettanto carismatico. I due insieme formano una coppia carica di tensione, di chimica e di emozioni represse, che sfociano in dialoghi emozionanti o esilaranti.
“Manchester by the Sea” è sicuramente un esempio di grande scrittura, con una regia poco invadente e che si limita strettamente alla direzione degli attori, un capolavoro indipendente.
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