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MAMME SENZA FIGLI

MAMME SENZA FIGLI

Quella di oggi è un' intervista corale, dove a parlare sono le donne, donne normali che hanno un desiderio, quello di diventare madri.

Venerdi, 03/01/2014 -  Quella di oggi è un’intervista corale, dove a parlare sono le donne, donne normali che hanno un desiderio, quello di diventare madri, donne che sono zie di infiniti bambini ma che si sentono mutilate nell’anima, donne forti, ironiche, straordinariamente normali da essere eccezionali. Affrontano percorsi ad ostacoli tra ospedali, ginecologi, controlli, fanno punture ad ogni ora del  giorno e della notte. Quelle che leggerete sono le testimonianze di donne che affrontano un percorso, quello della fecondazione assistita, una strada in salita che, solo forse, le porterà in sala parto. Ecco le loro storie.



Marta 30 anni: Non sono ancora mamma, o meglio, ho tre figli frutto delle fecondazioni assistite ma tutti e tre i tentavi si sono conclusi con un aborto, riproverò ancora finché ne avrò la forza. Sono speranzosa, so che i chili in più messi in questi anni a causa delle medicine prese, sono lì per una buona causa, magari in gravidanza ingrasserò di meno.



Kitty55 33 anni:  Dopo un anno di tentativi a vuoto io e mio marito siamo andati dal medico e, dopo tantissime analisi ci ha messo di fronte alla diagnosi di sterilità. Un trauma. Abbiamo iniziato con tre cicli di IUI, poi 3 Fivet e adesso sono alla mia prima  ICSI. Sono stanca, sono ingrassata, sono sterile, ho la pancia rovinata dalle tante punture che faccio ormai da anni, ma vado avanti. Ogni volta mi dico che è la volta buona ed invece, mese dopo mese, ritorno al centro PMA, sono sicura che prima o poi diventerò mamma anch’io.



Lolly 28 anni: Io c’è l’ho fatta. Al secondo tentativo, alla seconda IUI, l’età ha giocato a mio favore ma è stato difficile. Un percorso in salita fatto di iniezioni, pillole, ovuli, calcoli matematici sulla misura dei miei ovuli e sulla velocità degli spermatozoi di mio marito, infinite code all’ospedale. A questo si aggiunge il fatto che sulla fecondazione assistita si fa un gran parlare, spesso sbagliato, molti pensano che vai dal medico ed è fatta, sei incinta, ma non è così, ho sentito persone parlare dei “figli artificiali” come fossero marziani, bambini diversi dagli altri e invece sono bambini normalissimi, con 2 braccia, 2 gambe, 2 occhi e così via. Non sono bambini diversi ma sicuramente sono bambini speciali, voluti più di ogni altra cosa al mondo, sono figli di persone che hanno iniziato a sacrificarsi per loro prima ancora che nascessero, sono figli di mamme che hanno amato l’idea di loro, sono bambini normalissimi.



Ludovica 35 anni: Grazie alla ICSI sono rimasta incinta di 2 gemelli, uno purtroppo è andato via troppo presto, la bambina che è nel mio grembo arriverà a marzo, si chiamerà Vittoria perché averla è stata la mia Vittoria sul mondo. Ho lottato, con la mia famiglia per prima e poi con me stessa tutte le volte che avrei voluto mollare. La prima puntura della mia vita l’ho fatta su me stessa per iniettarmi gli ormoni necessari per il primo trattamento, è stato un disastro, poi ho imparato ed è andata meglio. Alla fine diventerò mamma, non so come sarà ma non vedo l’ora di iniziare.



Carmencita13 40 anni: Io non ho trovato l’uomo giusto per tanto tempo, poi è arrivato Alberto, mio marito, abbiamo provato ad avere un figlio ma niente, abbiamo avuto rapporti mirati, calcolato la temperatura basale  e poi siamo andati dal medico di base che ci ha indirizzato presso un centro di fecondazione assistita ed è iniziato il calvario. Ho iniziato l’avventura a 37 anni ed ancora sono qui, so perfettamente che più tempo passa più sarà difficile avere un bambino ma voglio crederci, ho provato di tutto, infinite medicine, ho fatto trattamenti ospedalieri e privati, non vorrei essere venale ma, in questi anni, ho speso circa 20 mila euro di trattamenti, e altri ancora ne spenderò. Sono disperata, sono vecchia, mi sono data un tempo, altri cinque anni, dopo di che mi accontenterò di fare la zia.



Quelle che avete letto sono solo una parte delle mail che ci sono arrivate dopo l’intervista all’ostetrica della scorsa settimana, queste donne ci hanno scritto perché, ci dicono, prima di parlare di parto, bisognerebbe parlare di concepimento e così abbiamo deciso da dar voce a queste donne, a queste quasi mamme. Alcuni di quelli che leggete sono i loro veri nomi, altri sono pseudonimi che hanno voluto utilizzare.



Vi chiedo di non considerare queste donne come delle sfortunate, sono solo donne che devono faticare di più, devono lottare di più di tutte le altre, vi chiedo di non lamentarvi se vostro figlio non vi fa dormire la notte, se disordina in casa, se quando arriva sera siete stanche morte perché c’è chi pagherebbe oro per essere al vostro posto anche solo per un giorno.

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