Lunedi, 31/08/2020 - Non è facile avvicinarsi al conflitto fra israeliani e palestinesi, anche dal punto di vista cinematografico ed artistico in genere, senza rischiare di essere retorici o giudicanti: il regista israeliano Dror Zahavi (noto per il film “For my father” del 2008) è invece riuscito in un’impresa tanto difficile e delicata con un’opera dalla sceneggiatura inossidabile e dagli interpreti eccezionali: si tratta di “Crescendo: #makemusicnotwar” (trailer), pellicola appena uscita nelle sale italiane grazie alla distribuzione di Satine Film, sempre attenta alle storie ed alle problematiche mediorientali.
Eduard Sporck è un direttore e musicista tedesco di fama mondiale, al quale viene proposta, da Karla De Fries, responsabile di una fondazione filantropica che ha ricevuto l’incarico di organizzare gli eventi collaterali agli imminenti negoziati di pace tra Israele e la Palestina (che avranno luogo in Alto Adige), una sfida difficile ma significativa: costituire un’orchestra composta da giovani palestinesi e israeliani, per un unico grande concerto pacificatore. Inizialmente Sporck rifiuta, anche per la sua storia personale (si saprà nel corso del film in che modo la sua famiglia è stata legata al nazismo) e per un personale scetticismo sull’intera operazione, ma poi a poco a poco inizierà per lui quasi una missione umanitaria, per tenere insieme i ragazzi che sceglierà con una selezione ‘alla cieca’ (sentendoli suonare senza inizialmente vederli) e che andrà oltre il raggiungimento della perfezione artistica.
I ragazzi che aspirano a far parte dell’orchestra sono tanti, sia israeliani, ambiziosi, sicuri di sé, che hanno avuto i migliori insegnanti, e sia palestinesi, autodidatti, in ritardo a causa dei posti di blocco, desiderosi di apprendere e di riscattare la loro condizione. Fra questi verranno selezionati due ‘primi violini’, la fiera palestinese Layla e il vanitoso israeliano Ron, che incarnano idealmente le due fazioni ostili, mettendo in luce il conflitto e l’odio insanabile che li separa, loro come gli altri, e le loro famiglie, cresciuti in un clima di guerra e aggressività. Solo il timido e riservato clarinettista Omar, amico d’infanzia di Layla e la giovanissima israeliana Shira sembrano a disagio di fronte a questa situazione poiché fra i due è nata una delicata amicizia fondata sul rispetto e la solidarietà che si sta trasformando in qualcosa di più. A causa delle tensioni fra i due gruppi, i musicisti non riescono da subito a fare squadra tra loro né a suonare nel migliore dei modi ma, grazie alla tenacia di Sporck (che decide di spostare anticipatamente il luogo della preparazione musicale a Vipiteno, un terreno neutro per entrambe le fazioni) e al potere aggregante della musica, quella che sembrava essere una missione senza speranza lascerà gradualmente spazio all’illusione che comprensione reciproca, amicizia e forse anche rispetto tra le due parti possano essere un giorno possibili.
Il training è molto duro e i giovani possono poco a poco trovare il modo di allentare individualmente barriere e pregiudizi sperimentando un’armonia soprattutto umana, prima ancora che musicale: le tecniche non conflittuali insegnate da Sporck e il racconto della storia personale del Maestro al gruppo, insieme alla bellezza della musica, sembrano aver quasi compiuto il miracolo finché un tragico imprevedibile evento porterà altrove le vite di tutti.
“È una storia di finzione puramente immaginaria - ha raccontato il regista Zahavi - però esistono realmente delle orchestre dove suonano insieme musicisti israeliani e palestinesi: la più conosciuta è la West-Eastern Divan Orchestra fondata dal Maestro Daniel Barenboim e dallo studioso palestinese Edward Said, scomparso nel 2003. Anche se non ci sono somiglianze tra il mio personaggio Sporck e il Maestro Baremboim, certamente la sua West-Eastern Divan Orchestra è stata per me una grande fonte d’ispirazione e alcuni dei musicisti presenti nel film hanno realmente suonato con la Divan Orchestra. Ho voluto inserire l’elemento del nazismo perché il più grande odio tra persone è tra ebrei e tedeschi e, tuttavia, questo può essere un esempio per il superamento. Quando sei in una condizione molto conflittuale, pensi di non poterla superare. Ecco perché abbiamo voluto così il personaggio di Sporck”.
Il maestro Sporck è interpretato da Peter Simonischek (Migliore Attore European Film Award per l’interpretazione in “Vi presento Toni Erdmann”), fra i talentuosi giovani attori, Mehdi Meskar (Pizza e datteri, Non c’è più religione), Sabrina Amali e Daniel Donskoy. Il film ha vinto il Premio Onorario Cinema per la Pace 2020.
Lascia un Commento