"La canzone della cotogna... dimostra “come” il maschio possa andare oltre i limiti dell’individualismo settario, della superbia scatenata e dell’orgoglio gallesco." (Commenti al libro di Paolo Rumiz 'La cotogna di Istanbul')
Domenica, 14/11/2010 - Un canto si ascolta, si danza o si canta; impossibile costringere il ritmo di un canto, ‘nato dal cammino, dal battito del cuore e dal respiro’, dentro osservazioni scritte, obbligate a seguire la grammatica della prosa. Così per La cotogna di Istanbul, una storia, voluta dal protagonista Max solo come canto orale e corale, vicina alla complessa semplicità dei racconti del mito, dell’epica, di Dante e della Bibbia, dalla Genesi all’Apocalisse. Paolo Rumiz, infatti, l’ha messa per iscritto come ballata per tre uomini e una donna, in forma di storia lunga in corta riga, convinto all’opera dalla necessità di farne memoria, dopo la dipartita dell’amico Max.
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