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Mai donne, sole ed anziane

Mai donne, sole ed anziane

Note ai margini - ottobre - Secondo l’ISTAT - e secondo i centri di ricerca europei - una famiglia composta da due persone con un reddito inferiore a 1.011 euro al mese è considerata sotto la soglia di povertà relativa....

Castelli Alida Sabato, 13/10/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2012

Secondo l’ISTAT - e secondo i centri di ricerca europei - una famiglia composta da due persone con un reddito inferiore a 1.011 euro al mese è considerata sotto la soglia di povertà relativa.

Nel nostro Paese ormai oltre undici famiglie su cento sono in questa condizione e per cinque famiglie su cento si parla di povertà assoluta.

Del resto anche nella percezione individuale, per chi vuole vedere, questa condizione la si percepisce, se ne sente parlare, e sembra passato un secolo da quando ci sentivamo ripetere che ristoranti e aeroporti erano pieni. Se due persone vivono, con fatica, con poco più di 1.000 euro al mese (i poveri relativi) che dire di chi vive con meno? Che dire di tutte quelle e quelli che vivono con la metà?

Allora andiamo a vedere chi sono, su cento persone, quelle che vivono con circa 500 euro al mese.

Il gruppo più numeroso a livello europeo e nazionale sono i single, il 25%, e tra questi sappiamo bene che la stragrande maggioranza sono donne per lo più disoccupate o con lavori precari, condizioni che si trasformano con il tempo in pensioni da fame. Infatti il gruppo altrettanto povero in coppia è solo il 9,4%. Le donne sono il 16,1%: il doppio degli uomini. Ma su tutti avanza il gruppo degli over 65, che rappresenta quasi il 40% dei poveri in assoluto.

Insomma essere donna sola ed anziana è una condizione che frequentemente si accompagna con la povertà assoluta, che non è soltanto povertà materiale perché è associata alla difficoltà di accedere ai servizi, alla cultura, alle cure mediche.

Se a questo si accompagnano altre condizioni sfavorevoli, quali il fatto di vivere al sud piuttosto che al nord del Paese, si aggiungono ulteriori svantaggi. Insomma svantaggio di Genere, di Generazione e Geografico. Proprio a queste tre “G” viene dedicata dalla Casa Internazionale delle Donne di Roma (4 ottobre) una giornata di studio e di confronto per creare un’attenzione, una consapevolezza ed un allarme su questi temi. Se pensiamo anche che in una città come Roma le persone che vivono sole sono diventate, secondo il Censis, il 44% della popolazione residente, e visti i dati sopra riportati, credo che parlare di sociale e di famiglie a Roma richieda uno sforzo e un’attenzione assolutamente inediti.

I futuri contendenti alla poltrona di Sindaco della Capitale nelle elezioni amministrative del 2013 sono avvisati: e noi non staremo solo a guardare.

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