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Madri bambine, bambine madri

Madri bambine, bambine madri

Madri bambine: affrontare il dramma delle gravidanze tra adolescenti. AIDOS ha presentato a Roma il Rapporto UNFPA 2013

Mercoledi, 30/10/2013 - Un quadro drammatico quello che emerge dal Rapporto UNFPA 2013 sullo Stato della popolazione nel mondo, presentato oggi a Roma in contemporanea mondiale, e realizzato dall’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) in collaborazione con Aidos (Associazione donne per lo sviluppo) che cura l’edizione italiana. Quest’anno il Rapporto punta sul fenomeno della gravidanza adolescenziale, i matrimoni delle minorenni forzati, sull’istruzione, la salute, ma soprattutto sulle opportunità lavorative future.

Ogni giorno, 20.000 ragazze sotto i 18 anni partoriscono nei Paesi in via di sviluppo. Nove nascite su 10 avvengono all’interno di un matrimonio o di un’unione stabile, nonostante si tratti di minorenni. Le giovani sotto i 15 anni che diventano madri sono 2 milioni del totale annuo di 7,3 milioni di mamme adolescenti; e il numero di nascite da ragazze sotto i 15 anni crescerà inesorabilmente, se non si interverrà, fino a salire a 3 milioni l’anno nel 2030.



Le più esposte alle gravidanze precoci sono le giovani povere, poco istruite e provenienti da zone rurali, le ragazze che appartengono a minoranze etniche, gruppi emarginati o che hanno un accesso limitato o nullo alla salute sessuale e riproduttiva. La gravidanza ha conseguenze terribili sulla salute delle giovani, perché troppo precoci, sia per il fisico che per la psiche, avvengono, infatti, subito dopo aver raggiunto la pubertà. Sono circa 70.000 gli adolescenti che paesi poveri del pianeta muoiono per cause collegate alla gravidanza e al parto. “Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo - dice Daniela Colombo, presidente di AIDOS - le bambine e le adolescenti occupano l’ultimo gradino della scala gerarchica familiare. Sono sfruttate per ogni sorta di lavori domestici o di attività generatrici di reddito, come la tessitura. In Afganistan o in altri paesi, per annodare i tappeti, si servono delle ditine dei bambini. Spesso sono abusate sessualmente da membri della loro stessa famiglia, sono sottoposte a pratiche tradizionali quali mutilazioni dei genitali femminili, e sono costrette a matrimoni precoci e forzati in cambio del cosiddetto “prezzo della sposa”.

Il 95% delle nascite adolescenziali si verificano nei paesi in via di sviluppo, ma nei paesi maggiormente sviluppati ci sono numeri importanti: 680.00 nascite da madri adolescenti ogni anno e quasi la metà si verifica negli Stati Uniti, dove solo nel 2011 si sono registrate 329.772 nascite da madri di età compresa tra i 15 e i 19 anni.



Secondo il Rapporto UNFPA le gravidanze adolescenziali è sia una causa che una conseguenza di violazioni di diritti umani. Quando una ragazza non è in grado di avere come propri i diritti fondamentali, è più vulnerabile in gravidanza. Il Rapporto rivela, inoltre, che alcuni governi sono stati in grado di ridurre il fenomeno attraverso delle azioni che si ponevano altri obiettivi: tenere le figlie a scuole più lungo possibile, prevenire l’HIV, porre fine ai matrimoni precoci, lavorare sull’autostima delle ragazze per prendere coscienza sulla propria condizione. Un cambiamento sostanziale che conduca la giovane donna a prendere decisioni reali sulla condizione della propria vita in modo che si possano offrire opportunità e che la maternità non sia vista come l’unico destino. Le adolescenti devono avere accesso alle informazione sulla sessualità, devono essere libere dalla povertà, dalle pressioni sociali economiche, devono poter realizzare la propria potenzialità. Il Rapporto sottolinea azioni che consentano alle ragazze di difendere i loro diritti umani fondamentali per porsi su un piano di parità con i ragazzi, ma una delle priorità è senz’altro l’istruzione. Lapo Pistelli, Vice Ministro Affari Esteri conclude: “Andiamo verso un modello finalmente universale, per cui se in una società uno inizia ad avere mezzi di sostentamento basic, empowerment di genere, buona educazione, contesti familiari non tradizionali, mano a mano ci si rende conto che tutta una serie di patologie, di deviazioni di distorsioni a cascata, vengono meno”.

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