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Madri a tutti i costi?

Madri a tutti i costi?

Idee - Solo un donna disposta a rinunciare ad essere madre è matura per esserlo

Iori Catia Lunedi, 14/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

Ho letto che a Milano una donna su dieci mette al mondo un figlio senza riconoscerne il padre. Ma stiamo scherzando? Pervertiamo il valore più profondo della generazione al femminile che è appunto atto di generosità infinita. Come se la scelta, senza un compagno ufficiale a fianco, potesse autodeterminarsi come una capricciosa scelta di vita. Eppure oltre alla maternità biologica, che rimane certo la più visibile espressione del mistero della vita, e che io forse non sperimenterò mai in prima persona, esiste spazio e dignità anche per una maternità affettiva, culturale e spirituale. Sicuramente fare un figlio, carne della propria carne, deve rappresentare una gratificazione incredibile, la più completa e totale per una donna. Ma non può essere un diritto per acquisire uno status sociale giuridicamente diverso. O peggio ancora per riempire di senso un’esistenza giudicata troppo vuota e sterile di valore. Intanto è un rischio per il bambino stesso, che nasce per definizione senza un paracadute familiare, e rappresenta da subito un atto di estremo egoismo specie se programmato a tavolino. Un conto è trovarcisi per il rifiuto alla paternità di uomini imbelli o per vedovanza o per motivi diversi e contingenti, altro è programmare la nascita di una creatura come se si trattasse della scelta di adottare un animale domestico. Credo che non rappresenti di certo la situazione ideale per partire col piede giusto e tentare di costruire da subito un adulto equilibrato. E di questi tempi sappiamo quanto ce ne sia bisogno, Ci sono momenti in cui comprendo l’istinto tutto materno che a una certa età ti esplode nel cuore e nel cervello, quando ti trovi a fare i conti con una vita forse irrisolta, segnata da una separazione incresciosa o dalla necessità di dare futuro alle tue idee, al tuo modo di essere a prescindere dagli incontri più o meno fortunati che hanno costellato la tua esistenza. Ma si può essere madri in molti altri modi. Più ricchi ed intensi, e non di certo meno edificanti. L’amore vero, quello sostanziale che prescinde dai formalismi e dalle etichette si riconosce al di là delle convivenze e dei falsi possessi genetici. L’unica cosa che conta è forse nutrire nel proprio cuore il desiderio di amare davvero l’altro in modo che anche il piccolo se ne accorga e riconosca in voi una persona indispensabile da cui molto discende in modo sano e costruttivo. Credo che allora le occasioni di incontro che generano vera vita non manchino. L’importante semmai è stare alla larga dalle ipocrite presenze che ti fanno perdere tempo prezioso impedendoti di realizzarti su chi davvero ha bisogno di te e del tuo affetto.



(14 febbraio 2011)

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