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Ma siamo sicure di vivere?

Ma siamo sicure di vivere?

Idee - "Vi siete mai chieste quanto tempo dedicate a voi stesse e all’ascolto dei bisogni più profondi che si annidano qua e là nel vostro cuore?"

Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2008

Vi siete mai chieste quanto tempo dedicate a voi stesse e all’ascolto dei bisogni più profondi che si annidano qua e là nel vostro cuore? Perdonate la domanda diretta e per certi versi provocatoria ma l’estate impone una pausa di riflessione e di immobile silenzio per metterci in ascolto di noi stesse. Non vi sto certo invitando a una seduta di meditazione o una forzata sospensione delle piacevoli attività o di doverose routine che assiepano le giornate di ognuna di noi: vi induco semplicemente a starvene per una decina di minuti in compagnia di voi stesse. Vi accorgerete che non è vita non dedicarsi mai il tempo di sentire il senso degli incontri, la polpa delle parole degli amici, l’effetto dei riti che diventano legami, la forza delle esperienze che si accumulano come stalattiti nel nostro cervello ma che non abbiamo mai la costanza di scaldare con l’energia del nostro cuore. Ma è vita questa? Mi viene in mente quella straordinaria vignetta di Quino, ideatore di Mafalda, quella bimba tutta arruffata che chiede alla sua mamma indaffarata tra lavoro e faccende domestiche: ‘Mamma cosa ti piacerebbe fare se potessi vivere la tua vita?’ Mi sembra una domanda cruciale e a dir poco intelligente. Mi chiedo se sia vita tutto quel crogiolo di ore passate ad affastellare impegni ed inviti, a dire sì anche quando si rifiuterebbe, a prestare il fianco, a soccombere sempre e comunque alle esigenze altrui. E noi, che fine facciamo? e se ci organizzassimo per riservarci di prima mattina, prima di buttarci nella grande borraccia delle richieste e dei doveri una mezz’oretta tutta per noi in cui intrecciare fantasie e desideri? Sto parlando non del tempo libero che è fatto di ritagli, direbbe Marina Piazza, utile per lenire le ferite o alleviare le stanchezze, ma di un tempo per cosi dire “liberato” in cui ci si regala uno spazio della casa, un momento propizio, una magia straordinaria in cui provare a metter insieme tutti i pezzi della nostra disorientante esistenza.





(30 settembre 2008)

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