Ortensi Paola Domenica, 31/08/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2014
‘Non vale un fico secco?’… Questo detto ha diritto a un punto interrogativo che ci consente di spiegare che un fico seccato al sole o al forno - come hanno fatto per secoli i contadini - ha un valore nutritivo altissimo e che, se accompagnato aD un pezzo di pane, vale per una salutare merenda o un ottimo spuntino. L’autunno in arrivo ci regala ancora in abbondanza questi meravigliosi frutti che hanno iniziato ad accompagnarci sin dalla seconda primavera per tutto il corso dell’estate. Per primi i fioroni, grandi e dal color vinaccio, e poi man mano di tutte le forme e colori: dai verdi chiari e luminosi, al rossiccio fino al violaceo vicino al nero. Bellissimi in un grande cesto, i fichi sono ancora visibili in un affresco di Pompei. L’albero del fico, pianta tipicamente mediterranea originaria della Siria, offre centinaia di varietà, in maggioranza commestibili. Belli da vedersi e ottimi da gustare, i fichi sono un alimento enormemente nutriente per la quantità di zucchero, di vitamine (A e B) di ferro e potassio. Estremamente delicati, non sempre è facile trovarli sul mercato, dove è necessario siano portati ed esposti con enorme cura. Per fortuna la generosa rusticità della pianta le consente di vivere e attecchire in qualsiasi fazzoletto di terra e i suoi immancabili polloni la fanno riprodurre facilmente. Oltre agli abbondanti frutti è apprezzabile l’ombra che il folto fogliame fornisce d’estate. Il fico è tanto delicato e fresco quanto - anche grazie all’abbondanza di zucchero - resistente una volta seccato e talvolta riempito “a mo di panino” di una mandorla, di un gheriglio di noci, di pezzetti di cioccolata e preparato diviso l’uno dall’altro da foglie grandi d’alloro. È in questa veste che entra in pompa magna tra le gustose qualità di frutta secca che accompagnano il Natale. Non va dimenticata, raccontando i suoi regali, la gocciolina bianca che spesso adorna il picciolo del frutto o l’intarsio per una foglia staccata: è un lattice usato nel tempo come caglio vegetale per fare il formaggio.
Tanto per giocare con un altro dei modi di dire che l’accompagnano da sempre ricordiamo l’espressione “ che fico!” o semplicemente “fico!”. È un commento, soprattutto usato dai giovani, per indicare consenso e apprezzamento per un oggetto o un avvenimento gradito o per una persona bella o di successo. L’albero che regala i frutti, tanto dolci da essere amati dalle vespe e sconsigliati ai diabetici, è una pianta resistente anche a temperature di parecchi gradi sotto lo zero. Finito l’autunno perde lentamente le sue palmate foglie, famose non tanto per la loro innegabile bellezza ma per quella forma e anche robustezza che nei secoli l’hanno vista divenire la foglia che ha coperto “le vergogne “ dei corpi nudi. La chiesa ai tempi di Michelangelo e della Cappella Sistina promosse addirittura la “campagna della foglia di fico”. Famoso il quadro di Adamo ed Eva di Van Eyck dove la foglia di fico risulta protagonista assoluta. Più gradevolmente le foglie di fico vengono usate nei cestini per fare da base fresca a diversi tipi di frutta, compresa l’uva.
RICETTE
Prosciutto e fichi, famoso piatto fresco da gustare a tavola d’estate e da presentare con cura dopo avere sbucciati i frutti.
Bruschetta. Una sottile fettina di scamorza, lievemente ammorbidita dal pane caldo, speck e un fico
Frullato di latte e fichi.
Marmellata veloce. 1kg di fichi con tutta la buccia, 300 gr zucchero, una busta di pectina. Mescolare fichi e zucchero avendoli prima tagliati in pezzettini, far riposare per un’oretta e poi aggiungere pectina. Cottura: 30 minuti circa.
Fichi all'aceto di Albertina. Mettere 1 kg di fichi interi dritti in una pentola. Aggiungere un bicchiere di aceto bianco, 3 hg di zucchero e mandare a fuoco lentissimo per due ore. Mettere caldi in un barattolo di vetro. Sono caramellati e squisiti.
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