È diventato uno spettacolo persino la violenza, il trauma altrui, la scomparsa altrui, ed in questo caso ad esserne involontarie protagoniste sono le donne. Sembra infatti che, come è successo con Sarah Scazzi ad Avetrana, dove la casa,il pozzo e tutti gli scenari di quella tragedia, sono diventati meta turistica, anche per la località di Torre del Lago, a Lucca, accada la stessa cosa. Il luogo dove vivevano segregate Claudia Velia Carmazzi, 59 anni, e la madre Maddalena Semeraro, 80, scomparse lo scorso settembre, sembra essere diventato il punto centrale di questo raccapricciante andirivieni.
Pare infatti che vi si rechino le persone più disparate, dalle coppie di coniugi, ai pensionati fino ai ragazzi che marinano la scuola. E risulterebbe anche che non siano tutte persone della zona, insomma si organizzerebbero delle “gite fuori porta” per andare a sbirciare luoghi che umanamente bisognerebbe rifuggire, perché raccontano sofferenza, perché raccontano drammi.
Ed invece l’accanimento è direttamente proporzionale all’orrore che qui si è verificato.
E se la nuova frontiera del “turismo” è diventata la violenza, non rischia di diventare anche meno strano, meno mostruoso, che si verifichino tali episodi?
Se tutto questo è vero, l’orrore lo si trova facilmente, è lì, davanti agli occhi, nello specchio.
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