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L'università delle donne, una storia poco raccontata

L'università delle donne, una storia poco raccontata

Il libro di Annabella Gioia "L'università delle donne. Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)", ed Donzelli. Presentazione il 16 marzo a Roma

Domenica, 13/03/2022 -
Gli anni ’70 in Italia sono gli anni di un profondo cambiamento sociale, politico, economico, che segna la storia delle donne e in cui le donne segnano la storia come mai era accaduto prima. Nonostante il difficile frangente politico-economico, questi anni sono pieni di innovazione e speranza che si intrecciano con la tragedia del terrorismo. Il decennio comincia nel 1971 con la legge sulla tutela della maternità e nel 1974 con il referendum per abrogare la legge che aveva istituito il divorzio. A pochi giorni di distanza questa Italia che cerca di diventare moderna viene scossa da due stragi: nel maggio 1974 la bomba a piazza della Loggia a Brescia, la notte tra il 3 e il 4 agosto la bomba sul treno Italicus. Ma il cammino delle riforme non si ferma: nel 1975 la riforma del diritto di famiglia, nel 1977 la legge per la parità tra uomo e donna in materia di lavoro e nel 1978 la legge 194, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Il clima generale e sociale diventa però sempre più teso e il 12 maggio del 1977, ad una manifestazione Giorgiana Masi viene uccisa durante gli scontri con la polizia. Il terrorismo non lascia scampo e continua nella sua dilagante ferocia il 16 marzo 1978 quando Aldo Moro viene rapito e la scorta che lo accompagna trucidata dalle Brigate Rosse. Il suo corpo verrà ritrovato il 9 maggio nel baule di una Renault 4 rossa a Roma. La crisi economica, il rivolgimento sociale, il terrorismo, fino all’intera vicenda Moro, segnano definitivamente l'Italia e le sue piazze, gli operai gli studenti, le donne. Ciononostante la legislazione raggiunge altre tappe importanti: il Senato abroga le norme del Codice penale relative al “delitto d’onore” e al “matrimonio riparatore” e il 1981 è l’anno del referendum che segna la conclusione legale della legge 194. In questo decennio così travagliato, ma anche pieno di importantissimi cambiamenti politici e sociali, di innovazioni e di speranza le donne hanno sempre riempito le piazze con le loro richieste, rivendicazioni, proteste realizzando quella che si può definire una delle più grandi rivoluzioni del 1900. Tante sono state le storie, gli approfondimenti, i racconti delle esperienze femministe di quegli anni, ma quella dell’Università delle donne è una storia ancora poco raccontata, capace di restituirci la creatività, l’intelligenza, la profondità e la ricchezza di pensiero di tante intellettuali dell'epoca.

Copre questa mancanza Annabella Gioia, con il suo volume “L'università delle donne. Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)” edito da Donzelli per la collana Saggine.

Annabella Gioia, è stata dal 1996 al 2006 direttora scientifica dell’Istituto romano per la storia della Resistenza (Irsifar), del cui Direttivo continua a far parte. Le sue ricerche, che hanno riguardato in particolare l’insegnamento della contemporaneità, la storia delle donne e il rapporto tra storia e memoria, hanno portato a diversi saggi, fra cui il volume “Donne senza qualità. Immagini femminili nell’Archivio storico dell’Istituto Luce” (Franco Angeli 2010)

“L'università delle donne. Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)” svolge una rigorosa e scientifica analisi dei diciassette anni di vita dell'università delle donne che ha visto la partecipazione di tantissime intellettuali provenienti dalle più varie discipline e una volontà di apertura e di coinvolgimento a tutte le donne che partecipavano al movimento femministe e che facevano capo a quella fucina di esperienze e di saperi che in quegli anni si riuniva a via del Governi vecchio in quel Palazzo Nardini, punto di riferimento di tutto il femminismo romano e non solo. Dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e dopo un periodo intenso di lotte e di elaborazioni teoriche, la partecipazione nelle piazze sembrava sempre più complessa e la risposta del movimento fu quella di approfondire la ricerca, lo studio sulla «differenza sessuale», sul ripensamento dei saperi, mantenendo sempre al centro la pratica femminista.

L'autrice in questo libro ripercorre le vicende di quella che sembrava un’utopia: da un’idea di Michi Staderini, nasceva nel 1979 l’università delle donne, fondata da dieci femministe determinate a offrire a tutte le donne la possibilità di dare voce alle differenze, campo libero ai propri interessi conoscitivi e trovare forza e riconoscimento reciproco.

La narrazione si snoda tra proposte e interventi di Alessandra Bocchetti e Pia Candinas, Annarita Buttafuoco e Francesca Molfino, Maria Mosca e Roberta Tatafiore, raccontando con precisione, ma anche con grande partecipazione ed empatia, propria di chi quegli anni li ha vissuti in prima persona, un percorso di saperi e consapevolezza, di incontri e di incroci, di complicità e di condivisone. Non mancano le descrizioni puntuali e necessarie di scontri ideologici e di differenti scelte di percorso, che mantengono però sempre al centro la pratica femminista.

Il volume di Gioia non è all'insegna di un nostalgico “come eravamo”, quanto piuttosto la consapevolezza di aver riportato alla memoria e sistematizzato un enorme lavoro intellettuale che abbiamo il dovere di conservare, preservare, studiare e tramandare alle nuove generazioni, riuscendo, a distanza di tanti anni, a dare una lettura critica e costruttiva di un'esperienza, profondamente eterogenea, sempre alimentata dal confronto, intensa, ricca di elaborazioni e di approfondimenti originali.

Annabella Gioia presenterà il libro “L'università delle donne. Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)” edito da Donzelli per la collana Saggine il 16 marzo alle ore 17.00 presso la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea e in diretta sul canale FB della Biblioteca.

Diretta sul canale FB della Biblioteca
https://www.facebook.com/BSMCstoriamoderna



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