Lunedi, 23/01/2017 - Per i pastori sardi Lunàdigas sono le pecore che non si riproducono, nonostante siano fertili.
E questa strana parola è diventata il titolo del documentario di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler che “esplora ragioni e sentimenti delle donne che hanno scelto di non avere figli, una decisione che si scontra spesso, ancora oggi, con l’idea che ciò sia quasi contro natura”. Il progetto del film muove i primi passi circa dieci anni fa, quando le due autrici, entrambe lunàdigas, prendono coscienza che le donne senza figli per scelta sono molte. Si rendono conto che “in Italia è cresciuta una comunità invisibile di donne che senza drammi apparenti sono nello loro condizioni. Sono loro coetanee, a volte più anziane, spesso più giovani. Sono donne celebri, in alcuni casi, ma più spesso no. Sono semplicemente donne”.
Lunàdigas racconta una realtà che ormai non è più un’eccezione ed esplora un universo multiforme. “Se per alcune si tratta di una rinuncia, di un desiderio mortificato dalla precarietà e dalla mancanza di servizi sociali, le tante protagoniste di Lunàdigas raccontano piuttosto un cambiamento nel sentire, nel percepirsi, nel muoversi nella società - spiegano le autrici -. Un cambiamento che, in molti casi, ha continuato a scontrarsi con un pregiudizio. O semplicemente con un giudizio, negativo”.
Sostenuto dalla Regione Sardegna (Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, informazione Spettacolo e Sport) e girato in parte sull’isola, il film è stato presentato il 23 gennaio a Cagliari (Cinema Odissea) con l’aiuto della Fondazione Sardegna Film Commission, con la collaborazione dell’Associazione Lunàdigas e di Carovana SMI, con il finanziamento della Fondazione di Sardegna.
Lunàdigas è ambientato in Italia e dà voce a donne celebri e anonime, giovani ancora in grado di generare o donne avanti con gli anni, incontrate da sole e in gruppo, single e in coppia, tutte unite dalla scelta di non avere figli. I loro visi e le loro parole ci conducono attraverso un secolo di vita italiana fino ai giorni nostri, senza che l'emancipazione abbia davvero modificato lo stigma attribuito a questa scelta. Raccontano la propria storia, spiegano le ragioni di una scelta molto privata che – nelle diverse e soggettive declinazioni culturali, economiche e sociali – finisce per descrivere una condizione universale ricca di sfumature e vissuta in modo simile a tutte le latitudini. Nel 2015 il lavoro di ricerca intorno al tema è stato presentato come web doc.
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