Luna di mele

Rosangela Pesenti Domenica, 23/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

Un brivido, un sorriso, un pensiero e poi ancora e ancora, dentro un ritmo che ti sorprende e ti commuove, nel senso proprio dei sentimenti che si muovono in sintonia con le scene: così lo spettacolo “Luna di mele” costruisce un tessuto narrativo particolare, attraverso la cucitura sapiente di storie femminili in cui ti accorgi solo alla fine che la violenza è il filo stesso che costituisce la trama.

Parola, suono, voce, musica, fanno da contrappunto ai gesti, nel dialogo magistralmente costruito dalle due attrici che compongono e ricompongono la scena in forme sempre inaspettate.

Attraverso un testo fatto di storie quotidiane che fanno sorridere e letture che tolgono il fiato, ci rendiamo conto di quanto la cultura patriarcale legittimi la stupidità come la violenza e si passi dall’una all’altra senza soluzione di continuità, con la complicità di abitudini sedimentate nella lingua, nei comportamenti, nelle istituzioni.

Le mele, inoffensivo frutto che arriva sulla scena carico del simbolismo arcaico della prima trasgressione femminile (che fonda la cultura), trasmigrano nella sinonimia materiale con i corpi stessi delle donne, rendendo visibile quella violenza che l’intera struttura sociale occulta abilmente dentro le forme stucchevoli di una relazione tra i generi stereotipata, come nella locuzione a cui allude il titolo.

Leggero, nel valore che Calvino ha dato a questo termine, lo spettacolo si sottrae proprio alla pesantezza e opacità del mondo pescando nei frammenti delle storie quell’energia che li rivela come geniali funzioni del vivere e rende giustizia alla parola Teatro, che nell’origine greca deriva del verbo “vedere”, restituendo visibilità a ciò che scorre sotto la normalità del quotidiano, coinvolgendo il pubblico nella consapevolezza politica della responsabilità di ognuno e ognuna, tutte e tutti.

Non a caso le attrici-autrici usano il verbo “disertare” nella proposta finale che rincuora e, sollevando il pubblico dall’esito di una tristezza complice, invita al protagonismo, perché la cultura del patriarcato è intrisa di guerra.

Dentro il testo, che sembra prodursi sulla scena con la stessa materiale resistenza di un tessuto, gli strappi della violenza accadono nella frizione tra la prorompente fisicità espressiva di Francesca e la sapiente accorata musicalità della voce di Adriana che l’accompagna.

Con un linguaggio teatrale chiaro, diretto, senza ammiccamenti e senza cedimenti, perché la violenza è una realtà che non ha bisogno di enfasi, “Luna di mele” è uno spettacolo che sa parlare a ragazzi e ragazze di una prima superiore come a vecchie signore o uomini diffidenti, sa toccare i pensieri di chiunque grazie alla semplicità, propria della grandezza.





Contatti:

lunaelaltrateatro@gmail.com

Facebook: lunaelaltrateatro

Link video promo: http://www.youtube.com/watch?v=BhJ1R1JxLg4&feature=plcp