Domenica, 05/03/2017 - “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!” (video). Uno slogan che esprime anche una nuova idea di lotta e che, con l’8 marzo, si afferma in circa 40 paesi.
L’Italia aderisce a questa mobilitazione internazionale e saranno tante le piazze occupate da manifestazioni, flash mob, incontri tematici, cortei delle donne che, tutte insieme, comporranno in un unico grande mosaico una manifestazione diffusa lungo tutta la penisola. Lo sciopero non è simbolico ed è proclamato per 24 ore chiamando le donne all’astensione dalle attività produttive e riproduttive, in una giornata senza lavoro di cura e senza consumi da parte delle donne.
Non Una Di Meno con questa iniziativa intende sostenere “il Piano Femminista contro la violenza”, progetto in 8 punti elaborato nelle assemblee tematiche e territoriali cui hanno partecipato “più di duemila donne provenienti dal mondo della formazione e ricerca, dei media, dell’associazionismo e dei movimenti femministi, della giustizia, della sanità e del lavoro” portando competenze e idee. “Non è più tempo di leggere la lotta contro la violenza sulle donne nei termini di una battaglia ‘culturale o emancipatoria’ separata da quelle sindacali e vertenziali - spiegano le portavoci - .
Affermare che la violenza di genere è fenomeno strutturale e sistemico che attraversa quindi tutti gli ambiti dell’esistenza delle donne vuol dire immaginare risposte all’altezza, capaci di pensare una trasformazione radicale della società e delle relazioni, come anche delle condizioni di vita e di lavoro. Ed è questo che le donne stanno facendo, autorganizzandosi negli sportelli e nei centri antiviolenza, nei territori, nei posti di lavoro, in casa, nelle scuole e nelle università”.
La richiesta di indire lo sciopero generale nel settore pubblico e privato non è stata raccolta da Cgil, Cisl e Uil, ad eccezione della Flc Cgil tra i confederali, ed è sostenuto invece dai sindacati di base (Usi, Slai Cobas, USB, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sbg). “L’astensione dal lavoro sarà reale e il coinvolgimento delle donne sarà dentro e fuori i luoghi di lavoro. In tante stanno preparando l’adesione lavoratrici, dipendenti, autonome, disoccupate e precarie della scuola e delle strutture sanitarie - spiegano le organizzatrici, che aggiungono - alle precarie che non hanno diritto allo sciopero proponiamo di astenersi dal lavoro prendendo permessi e per chi lavora in nero o in modo saltuario stiamo organizzando sostegno materiale e casse di mutuo soccorso”.
Questa volta si fa sul serio, dunque, e nonostante i distinguo e le differenze di opinione tra donne, la strada è tracciata. “Sciopereremo per affermare la nostra forza e con una giornata senza di noi potremo far valere il nostro peso specifico nella società. Per la prima volta nel mondo si sciopera su una questione comune: la violenza maschile contro la quale ci mobilitiamo”. Lo sciopero sarà contemporaneamente “politico, sociale e sindacale” e sarà l’affermazione di una “pratica femminista”.
L’attenzione è concentrata sui Centri antiviolenza, che vivono continue difficoltà e che sono, invece, un presidio diffuso nel territorio che ha maturata grandi competenze sul campo. Titti Carrano, presidente di Dire, (video) ha illustrato le necessità più impellenti. Non Una di Meno chiede al governo di accogliere nel piano nazionale antiviolenza la sua proposta programmatica.
La giornata di mobilitazione dell’8 marzo è l’approdo di un cammino iniziato 8 mesi fa, quando “ci siamo messe in cammino per cambiare tutta la società partendo dal ruolo delle donne, che rappresenta la prima forma di oppressione, sfruttamento e discriminazione”.
Conferenze stampa si sono tenute in molte città per illustrare le varie iniziative. A Roma sono stati spiegati nel dettaglio gli appuntamenti previsti in varie piazze sui temi della scuola e della sanità. La giornata si concluderà con un corteo che partirà dal Colosseo alle 17.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo
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