L'ora X della tragedia annunciata - di Ilaria Gramenzi
"Io da comune cittadina mi chiedo: può essere così normale uno sciame sismico che continua a manifestarsi per quattro mesi e che piano piano aumenta di potenza?"
Il mio nome è Ilaria Gramenzi, ho 28 anni e vivo, ormai da 3 anni, in provincia di L’Aquila, precisamente a S. Demetrio ne’ Vestini, uno dei paesi più colpiti dal sisma del 6 Aprile. Abito qui con il mio ragazzo e proprio qui abbiamo acquistato una casetta in pietra che, con qualche sacrificio, stiamo cercando di ristrutturare. Per fortuna la notte tra il 5 e 6 Aprile è rimasta quasi illesa e così posso raccontarvi brevemente ciò che ho vissuto.
Quella sera stavamo andando a letto, erano più o meno le 23:00, quando ho avvertito chiaramente la prima scossa, non gli ho dato peso visto che ormai ci stavamo abituando a questi “moti ondulatori” e poi il mio ragazzo sosteneva di non aver sentito nulla. Alle 3:32 mi sono svegliata sentendo il letto muoversi come se stessi su una nave, ho preso per mano Filippo e siamo rimasti qualche secondo sul letto pensando: “speriamo che il soffitto non ci crolli addosso”. Quando la scossa si è fermata per qualche istante ci siamo precipitati fuori casa, abbiamo preso i cani e siamo saliti in macchina. Io ho iniziato ad urlare per strada e ho visto tutto il vicinato riversarsi per la via e correre verso la campagna. Da lì è iniziato un caos di auto che andavano avanti e dietro senza una logica, tutti ci siamo rifugiati nelle vetture.
Noi ci siamo avviati verso gli altri paesi. Ancora non ci rendevamo conto dell’accaduto! Ma quando siamo arrivati a Paganica abbiamo visto un fiume di gente che scappava verso il Campo Sportivo e la facciata della Chiesa a penzoloni sulla carreggiata. Ho incontrato un conoscente e mi ha detto che sia lì che a L’Aquila c’erano edifici crollati e gente sotto le macerie. Allora ho iniziato a realizzare! e a rendermi anche conto che la terra ancora tremava! E la cosa più inquietante era il boato che precedeva ogni scossa!
I soccorsi sono arrivati quasi subito, forse perché questa era una tragedia annunciata e quindi erano già pronti per l’ora X.
Infatti poco dopo, tornando verso casa, ho visto al bivio di Onna ambulanze e personale medico che soccorrevano i superstiti, carabinieri e poliziotti che si davano da fare.
Non mi sento di raccogliere le polemiche di questi giorni, considerando l’entità del sisma e i tanti paesi distrutti, ritengo che i soccorsi siano stati tempestivi e che ci sia stata una grande mobilitazione di volontari venuti da tutta l’Italia.
Certo, non dico che non si siano verificati ritardi o pecche, specie nei paesini più periferici che non sono sotto i riflettori, (e certo non è mia intenzione elogiare Berlusconi), ma è anche vero che è stata distrutta buona parte di una provincia molto vasta, non una sola città, quindi i lavori da fare e le tendopoli da allestire sono veramente tante.
Quello che invece non ha funzionato secondo me è stata la prevenzione. È stato fatto troppo poco per evitare questa catastrofe. Gli scienziati, la protezione civile, ma anche le istituzioni si sono cullati sul fatto che i terremoti non possono essere previsti. Io da comune cittadina mi chiedo: può essere così normale uno “sciame sismico” che continua a manifestarsi per quattro mesi e che piano piano aumenta di potenza? Tutto ciò può non destare allarme nella comunità scientifica e non far temere per l’incolumità delle popolazioni interessate?
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