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L'ONU sull'Interruzione Volontaria di Gravidanza

L'ONU sull'Interruzione Volontaria di Gravidanza

Le Nazioni Unite chiedono al governo italiano di eliminare gli impedimenti all'accesso libero delle donne ai servizi di interruzione di gravidanza. Soddisfazione di LAIGA e delle altre....

Martedi, 04/04/2017 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo



LAIGA, Vita di Donna, IPPF EN (The International Planned Parenthood Federation (IPPF) European network) e The Center for Reproductive Rights hanno presentato una Relazione alle Nazioni Unite illustrando l’inadempienza degli obblighi dell’Italia del rispetto dei diritti umani in relazione all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.  Si riporta quanto accaduto a seguito della segnalazione.



Monito dalle Nazioni Unite contro l’Italia per la mancata applicazione della legge 194 il Governo deve prendere provvedimenti.



Oggi il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per le difficoltà che le donne devono affrontare per accedere all’ interruzione volontaria di gravidanza a causa dell'elevato numero di medici obiettori che si rifiutano in tutto il paese di effettuare il servizio.



Le Nazioni Unite hanno esaminano il 9 e 10 marzo il rispetto dei diritti umani in Italia e concluso che l’elevato numero e la modalità di distribuzione dei medici che rifiutano di prestare il servizio in tutto il paese sia fonte di violazione dei diritti umani.



Le Nazioni Unite hanno richiesto al governo italiano di adottare le misure necessarie, non solo per eliminare tutti gli impedimenti, ma anche per garantire il tempestivo accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza sul suo territorio per tutte le donne che ne fanno richiesta.



Tra le misure necessarie viene richiesto al governo italiano la creazione di un sistema efficacie di riferimento delle pazienti, quindi di stabilire protocolli e linee guida per garantire che gli ospedali che non forniscono il servizio si assicurino attivamente che le pazienti ottengano il servizio in altre strutture sanitarie.



LAIGA, Vita di Donna, IPPF EN e The Center for Reproductive Rights hanno presentato una Relazione alle Nazioni Unite illustrando l’inadempienza degli obblighi dell’Italia del rispetto dei diritti umani in relazione all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza



Silvana Agatone, presidente di LAIGA, ha dichiarato: "Finalmente le donne avranno garantito anche negli ospedali che non forniscono il servizio, una percorso documentato in altra struttura in poco tempo. E’ un passo avanti !"



Irene Donadio IPPF EN Manager of Public Affairs: "Per molto tempo, troppe donne in Italia sono state maltrattate quando hanno richiesto la prestazione di un servizio garantito dalla legge. Dopo il Consiglio d’Europa anche le Nazione Unite esigono il rispetto dei diritti e della dignità della donna. E’ ora che Il governo italian prenda i provvedimenti adeguati".



Katrine Thomasen, Senior Legal Advisor for Europe, Center for Reproductive Rights Center for Reproductive Rights: "Le donne in Italia devono affrontare gravi rischi per la loro salute e il loro benessere a causa dell fallimento dello stato italiano nel garantire l'accesso ai servizi di qualità di salute riproduttiva. Oggi il Comitato per i Diritti Umani ha chiarito che il governo italiano non può ignorare i suoi obblighi per i diritti umani e deve garantire l'accesso delle donne ai servizi di aborto legale. E 'ora che il governo dia priorità alla salute delle donne e lavori rapidamente per prendere provvedimenti che assicurino alle donne un accesso tempestivo alla gamma completa di servizi di salute riproduttiva, tra cui l'aborto legale “.

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