Lunedi, 07/09/2009 - L’amore? Quasi nessuna idea sull’amore… Un’ ammissione di parziale ignoranza. Una dichiarazione di resa, un poco affaticata. Troppo analizzato, vivisezionato, ideologizzato, questo amore. In definitiva troppo parlato.
Un amore a rischio, insomma. Da salvare, forse. Da prendere in mano con cura per proteggerlo dal vento freddo delle idee.
Questo suggerisce il titolo dell’ultimo libro di Maria Luisa Bompani, “Quasi nessuna idea sull’amore”, edito da Excogita, che si è aggiudicato un posto nella rosa dei semifinalisti del prestigioso premio Alessandro Tassoni.
Lei, poetessa e scrittrice lo sa bene, l’arte (così come l’amore) non funziona con la benzina delle idee, ma con la luce imprevista della visione. Eppure l’artista, così come l’amante, non rinuncia a scandagliare il fondo del mistero con pensieri e parole (Analisi? Teorie? Congetture?). Ed ecco che poi, per ritrovare l’uomo “nudo e crudo”, e non arrenderci nella ricerca della donna “nuda e cruda” (essenza, sostanza, natura pura del femminile e del maschile), ne nasce un libro denso e corroborante che svela, per contro, il lavorìo incessante di una testa sopraffina.
Insomma un raffinato e, a tratti, divertito controndine, quello di Maria Luisa Bompani che scrive: “Prova ad essere dentro l’amore e non avrai quasi nulla da dire” oppure “L’amore è proprio così, non ha niente a che fare coi discorsi, con le idee sull’amore….”. Come dire: le parole sono insufficienti per spiegarlo, eppure, guai se Luisa per obbedire al suo sentire di oggi avesse rinunciato alle sue, di parole.
In un certo senso in questo testo c’è una donna allo specchio. C’è quella, come dice l’autrice, che cura l’amore coi discorsi, che vive nella casa della parola accurata, una donna che è andata talmente lontano che ora fatica a tornare.
Poi c’è l’altra. La donna che guarda capitare le cose, che guarda ciò che accade, la donna dalla parola silenziosa, che esce, come titola un bellissimo capitolo del libro, “verso l’aperto dell’amore” .
Nella prima parte l’opera è una sorta di trattato semi serio che espone concetti e teorie sulle relazioni d’amore con ironia sapiente (l’analisi psicologica è profonda e puntigliosa).
Ci racconta gli sbandamenti della donna “culturale”. E ci racconta di uomini-stereotipo: il maschio narratore d’infanzia, il maschio menzognero, l’uomo mammone, il maschio migrante. Poi via via col precedere delle pagine il libro cambia pelle, abbandona il registro rassicurante dell’ironia, sperimenta scritture diverse, rompe la corazza della finta erudizione e racconta storie e sogni e immagini di più autentica intimità. Il sussiego da professoressa dell’amore lascia intravvedere crepe di malinconia, tepore e confessione, fino a sfiorare il sacro dell’amore con punte struggenti, di altissima poesia.
L’uomo selvaggio e mite, l’uomo nudo e crudo, ispiratore di tanta cocciuta ricerca, appare e scompare mentre resta viva la dualità tra le anime femminili, quella che sta al sicuro, dentro la parola che diventa luogo protetto, e quella che cammina spedita, a mani nude e con la testa leggera.
Una di loro correrà il rischio di voltarsi un giorno e non trovare più nessuno da amare, per troppa distrazione intellettuale, e l’altra che non saprà che farsene della parola detta o scritta, né del simbolico che lascia il segno nella Storia, trasformando la sua storia in una sequenza di eventi non raccontati, forse nemmeno pensati.
“Certo ci siamo passate” penseranno le donne della mia generazione leggendo questo libro, le donne che hanno concepito d’amore come atto etico e rivoluzionario, dal potere trasformatore. Per trasformare chi? Noi stesse, l’uomo, il mondo. Ci siamo impegnate troppo? O forse troppo poco. Dunque abbiamo sbagliato strada? E quando è successo? E perchè proprio noi?
Un libro da leggere, con gratitudine.
Note biografiche
Maria Luisa Bompani nasce a Formigine (MO), ma è originaria di Montale Rangone. Ora vive a Castelnuovo. Laureata in Filosofia, è insegnante di Lettere. Fa parte del Gruppo Donne di Poesia di Modena. Assieme alle amiche poetesse ha pubblicato l’antologia di poesie “Vi son frecce”(Il Lavoro Editoriale, 1989), ha organizzato diversi readings di poesia, cicli di conferenze, laboratori sulla scrittura e il pensiero delle donne, ha condotto corsi di scrittura creativa. Da diversi anni scrive in prosa. Nel 1999 un suo racconto, vincitore del concorso per inediti, è stato pubblicato sulla rivista “Leggere Donna”. Altri racconti sono stati pubblicati nell’antologia “Spighe matte” e nel libro “Carpi territorio di storie”. Nel 2004 ha pubblicato il romanzo “Infanzia dea” (Sironi Editore). La sua nuova opera in prosa, “Quasi nessuna idea sull’amore” (ExCogita), è stata pubblicata quest’anno.
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