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LO STILE LADYLIKE.  CERETTA COMPRESA

LO STILE LADYLIKE. CERETTA COMPRESA

Essere bella non è una colpa, dice la Moretti. Certo: ma è necessario sbandierarlo, sottolinearlo, dirlo e ridirlo, gridarlo ai quattro venti ?

Mercoledi, 19/11/2014 - Ci tengono molto. Sono loro che vogliono essere definite come tali. Perché sono delle vere signore. Delle vere donne. Trasudano femminilità. E ci tengono che la cosa sia ben evidente.



Esattamente, trattasi di quelle donne in politica portatrici sane dello stile “Ladylike” (“adatto a una signora, appropriato per una signora”).



Lo stile - per esempio – di Alessandra Moretti, eurodeputata PD, in corsa per le primarie per le elezioni regionali in Veneto. Alessandra Moretti lo dice nel video dell’intervista rilasciata a Corriere.it, intitolata “Moretti: “Noi politiche dallo stile Ladylike: brave, intelligenti e belle”



http://video.corriere.it/moretti-noi-politiche-stile-lady-like-oltre-che-brave-intelligenti-anche-belle/f8977f76-6e84-11e4-8e96-e05d8d48a732



Ascoltando questo video intriso di autocompiacimento, alcun* potrebbero anche dire: “vabbè, qual è il problema? Se una è bella non c’è nulla di male nel sottolinearlo.”



L’avete detto? Bene.



Ora dico io due o tre cose.



1. LA BELLEZZA NON E’ UN REQUISITO DI MERITO PER FARE POLITICA.



Essere bella non è una colpa, dice la Moretti. Certo: ma è necessario sbandierarlo, sottolinearlo, dirlo e ridirlo, gridarlo ai quattro venti ?



Nel video, abbiamo una donna in politica che sente la necessità di sottolineare la propria bellezza, di descrivere se stessa come “bella”, di indicare tale caratteristica tra le tre che la descrivono (“brava, intelligente, bella”).



Nel video, abbiamo una donna in politica che esprime e sbandiera la sua fisicità come fosse un requisito di merito per far politica. Non è quindi libera dal gioco sessista della politica: ne è prigioniera. Pertanto, rappresenterà mediaticamente, politicamente, culturalmente, quel “modello di donna” come modello vincente: la donna bella. Ergo: se sei brutta, mettiti l’anima in pace (perché le brutte ormai si rottamano).



2. DONNA BELLA versus DONNA NON BELLA: SESSISMO INTRA-GENERE.



Nel video si parla di Rosy Bindi. Già Silvio Berlusconi ne aveva voluto sottolineare l’aspetto fisico. Ma del sessismo agìto da parte di certa gente, forse potevamo pure farcene una ragione (per abitudine).



Si rimane a bocca aperta quando sentiamo dire da una donna, Alessandra Moretti, che Rosy Bindi con il suo stile ha “mortificato la bellezza”.



Ora, io ho sempre valutato la Bindi esclusivamente su un piano politico: non mi piace molto. Lo dico chiaro.



E speravo-credevo che questo tipo di valutazione fosse quella auspicabile, soprattutto tra donne: cioè, dovremmo esprimere un nostro personale giudizio su altre donne (della politica, della cultura etc) su un piano di MERITOCRAZIA. Così, tanto per distinguerci dal modus operandi al maschile, da quegli uomini (molti) che ci valutano solo sul piano fisico, tentando di oscurare qualsiasi nostro tipo di merito e competenza.



Invece, qui, si adotta quel modus operandi.



3. OUTING SUI PELI (e qui mi scappa da ridere)



Questo è l’aspetto più assurdo dell’intervista. Alessandra Moretti ci fornisce notizie sulle sue frequentazioni dall’estetista. Peli compresi.



Chissà perché, penso all’Italia alluvionata, agli esodati, ai disoccupati, ai senzatetto, al tema immigrazione. I peli della Moretti ci stanno proprio ad hoc.



Comunque.



Ora che sappiamo che Alessandra Moretti si depila regolarmente, abbiamo più fiducia nel governo Renzi e nelle sue donne stile Ladylike.



Solo una nota piccola piccola:



NOT IN MY NAME



(lo dico in inglese, visto che le ladylike amano il british style).

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