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Lo sport di base combatte la crisi...

Lo sport di base combatte la crisi...

UISP - ... produce economia e valori

Lanzon Paola Lunedi, 05/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2011



Lo sport di base - quello per tutte e per tutti ed è praticato da milioni di cittadini e cittadine di qualsiasi età e condizione sociale - muove numeri assai rilevanti anche se le percentuali purtroppo cambiano sensibilmente tra le regioni del centro, del nord e sud del Paese. Ebbene questo sport, che al di là delle dichiarazioni di intenti, viene ancora oggi considerato di serie B rispetto a quello agonistico e olimpico è anche un importante settore economico che nel suo insieme contribuisce a più del 4% del PIL nazionale. Infatti coinvolge un numero altissimo di lavoratori e lavoratrici, tanto che quello che è stato chiamato l’”effetto lavoro” del mondo sportivo parla di 190mila addetti (fonte CONI) che si occupano di trasporti, ristorazione, formazione, stampa, telefonia. Solo per il turismo è interessante un dato: lo sport movimenta il 6/7% del totale del turismo in Italia. A tutto ciò si somma tutto il lavoro più strettamente legato alle varie attività sportive: organizzazione, eventi, gestione impiantistica, ecc. Lo sport in senso ampio ha infatti generato un valore aggiunto di 407 miliardi di Euro nel 2004, il che corrisponde al 3,7% del PIL dell’Unione Europea, e occupazione per 15 milioni di persone, pari al 5,4% della forza lavoro. Ma è importante ricordare che questo settore economico produce non solo prodotti, cose, oggetti, servizi. È un mondo che, se mantiene le proprie caratteristiche virtuose, produce molto di più: prevenzione e quindi salute, integrazione, collaborazione, educazione, controllo pacifico del territorio in senso largo. Produce cioè coesione sociale, la cui mancanza ha un costo sociale ed economico gravissimo. Quanto più le persone riusciranno a vivere pienamente la città e i suoi spazi - camminando, incontrandosi, pedalando - tanto più le nostre città saranno percepite come sicure. Se a tutto questo aggiungiamo che lo sport dei cittadini e delle cittadine è a carico soprattutto degli Enti Locali, delle Regioni e dei cittadini stessi si comprende facilmente che un intero patrimonio economico e culturale può rischiare molto in questo periodo di politiche economiche fatte di scelte di respiro corto, cortissimo… quasi asmatico.


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