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Lo spazio pubblico. <br>Secondo noi

Lo spazio pubblico.
Secondo noi

Orizzonti elettorali - Condurre con rigore e attenzione la dura e intensa attività da amministratori e amministratrici. Come?

Bartolini Tiziana Lunedi, 01/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

L’anno scorso l’8 marzo cadeva nel mezzo di una crisi economica che si profilava lunga e dura. Confermiamo: dopo 12 mesi possiamo dire che è molto lunga e molto dura. Non che ‘è stata’, ma che ‘è’. Il governo e i dati macroeconomici dicono che il peggio è passato, ma dalle nostre parti, cioè nel mondo reale, osserviamo che i soli numeri di segno positivo sono quelli che riguardano i licenziamenti e lo stato di crisi aziendali. Le donne pagano, direttamente e indirettamente, la crisi e il persistere di un mercato del lavoro che si affida alla precarietà e alla svalorizzazione delle persone.

Altro punto che rimane invariato è la manipolazione della realtà da parte dei media, con particolare riferimento alle questioni che riguardano le donne, il loro corpo e le loro parole. Nonostante l’efficacia di alcune denunce che sono riuscite a scalfire il muro di indifferenza mediatica (pensiamo al successo del documentario di Lorella Zanardo, oppure alla risonanza delle campagne di Repubblica e de l’Unità), la situazione nel suo complesso non sembra in corso di modificazione. Si potrà contestare che le prossime elezioni regionali vedono non pochissime donne - e anche di valore - candidate come Presidenti delle regioni. È vero ma, una volta definite le liste, dovremo verificare se è anche vero quanto anticipano alcuni giornali e cioè che non sarà difficile trovare aspiranti consigliere regionali selezionate non in base ai loro trascorsi politici. In più le cronache di questi mesi hanno segnalato all’attenzione una quantità rilevante di carriere politiche stroncate da love stories non sempre ortodosse o ‘politicamente scorrette’ al punto tale da provocare autentici terremoti, come nel caso del sindaco di Bologna Flavio Delbono, per citare solo l’ultimo in ordine di tempo.

I vari casi hanno in comune il fatto che riguardano performances di uomini che, non contenti delle esuberanze politiche, sono incontenibili anche in amore. Una prima, forse banale, domanda: ma dove lo trovano (anche) il tempo per condurre con il necessario rigore e attenzione la dura e intensa attività da amministratori? Sappiamo che tra incontri istituzionali, verifiche politiche, passaggi in tv e media vari, conferenze, ecc. il lavoro è tanto... Allora come, quando rimangono ore ed energie per altre attività non meno impegnative? Se poi c’è anche una famiglia ‘ufficiale’ da curare siamo letteralmente a livello di impresa ‘epica’. Oppure? Oppure tutto è fatto con superficialità, dal livello di attenzione che si pone nei rapporti con la famiglia e con le/gli amanti alla dedizione per le attività legate al ruolo di amministratore pubblico. In tutto questo contando, manco a precisarlo, sull’aiuto e sull’intelligenza di numerose donne: mogli, madri, segretarie, ecc.

Chiamasi complicità femminile, ma la rovescio. Nel senso che questa capacità di supporto (più o meno consapevole) le donne dovrebbero metterla in atto soprattutto per aiutare altre donne. O nel momento in cui si apprestano alle ‘scalate’ della politica oppure, quando magari sono già ai vertici, invece che in logoranti querelles potrebbero impegnare le energie per sostenerne altre. Le prossime elezioni regionali sono un’ulteriore possibilità che abbiamo, come elettrici e come candidate. Vediamo se saremo capaci di pretendere dalla politica un cambiamento. Per essere credibili, però, le prime a cambiare dobbiamo essere noi e il nostro modo di stare nello spazio pubblico.



(1 marzo 2010)

 

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