Mercoledi, 06/03/2013 - LO SGUARDO di MICHELANGELO ANTONIONI e le Arti, Muse Gemelle….a FERRARA
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Il 29 settembre scorso è caduto il centenario della nascita di Michelangelo Antonioni, morto il 30 luglio 2007, uno dei padri della più avanzata modernità cinematografica. Testimone tra i più lucidi del Novecento, con i suoi film Antonioni ha sondato l’animo umano con sguardo innovatore, analizzando le inquietudini del mondo contemporaneo. La sua opera, la cui attualità è oggi quanto mai up-to-date, è anzi ancora antesignana, ha superato i confini della Settima Arte - quella che tutte le comprende - esercitando un notevole ascendente in diversi àmbiti culturali – dalle arti figurative, al teatro, alla musica – oltreché sul cinema di ieri e di oggi.
Per celebrare il nostro illustre concittadino, Ferrara ora dedica ad Antonioni una grande mostra denominata Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti in programma a Palazzo dei Diamanti, dal 10 marzo al 9 giugno 2013.
Per la verità doveva esser inaugurata il giorno del suo centesimo compleanno, ma ‘impedimenti dirimenti’ – non ultimi i danni creati dal terremoto del 20 maggio – costrinsero a procrastinare la data di apertura.
C’è anche da dire che un ottimo convegno internazionale tra l’11 ed il 13 dicembre scorso, organizzato ‘in primis’ dall’ateneo ferrarese, precedette, assieme a qualche altra piccola iniziativa dedicata al Grande Maestro, questa tanto attesa ouverture et exhibition.
Di quella bellissima occasione, in parte mancata, forse per leggerezza o chissà che altro, avrebbe potuto rimanere nell’animo dei 25-30 ‘spettatori’ che l’han religiosamente seguìta, qualcosa di più rammemorabile, tangibile, specie se si pensa alla labilità mnemonica dei Ferraresi, in ispecie in materia di grandi di casa nostra: i relatori, tutti docenti, cinefili di fama oltre nazionale, non parlavano in lingua italiana, forse presumendo (presunzione?) che i ferraresi siano tutti poliglotti formidabili e pochi, pochissimi, per loro stessa dichiarazione, si son proclamati certo specialisti di cinema, ma non esattamente nella materia ‘antonioniana’, per cui han dovuto prepararsi e forse ‘inventare’ – alla latina, s’intende; il risultato è stata la lettura pedissequa delle loro pur dotte relazioni – certo più ‘vive’ se fossero state pronunciate con ….parole proprie.
Si potrà obbiettare, a tal punto: ci sarà pur stata una traduzione simultanea per i poveri mortali non linguisti d’eccezione? Assolutamente dato per scontato che non servisse ed oltrepiù, l’apoteosi dell’incomprensione è stata raggiunta dall’ottimo curatore della mostra il francese D. Paini che ha ‘affabulato’ della mostra nella sua sola conosciuta lingua d’oltralpe: troppo banale poter far riferimento ad un ‘italiano’ Giorgio Tinazzi o ad un Aldo Tassone, autori di testi ‘poderosi’ sul nostro Michelangelo Antonioni.
Ora attendiamo di vedere la mostra che a detta dello stesso Paini si è rivelata alquanto complicata da organizzare: finalmente sarà possibile vedere l’eredità intellettuale che un animo immenso ha voluto lasciare alla sua Ferrara, dove ha voluto esser sepolto.
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