Mercoledi, 27/02/2013 - Timbrare il cartellino è una routine che migliaia di impiegate svolgono ogni giorno, per entrare nell’ufficio dove trascorreranno una media, auspicabile, di 8 ore, magari sedute alla scrivania a lavorare al computer, piuttosto che partecipare ad una riunione. Insomma una normale giornata di lavoro. Oggi a Torino ci sono stati otto arresti perché a timbrare i cartellini erano delle prostitute, sfruttate da un’organizzazione criminale smantellata dai carabinieri della Compagnia di Venaria (Torino). Costoro pubblicavano annunci, talvolta appoggiandosi a bacheche online di incontri, allegando fotografie e numeri di cellulare delle ragazze che si prostituivano. Secondo quanto accertato, le ragazze si prostituivano in casa e qualche volta in strada, soprattutto a Lombardore, in provincia di Torino. Qui era stato messo a disposizione un appartamento, il cui proprietario sarebbe dovuto uscire di casa, mentre le ragazze erano con i clienti. Ma spesso aspettava fuori il balcone, e quello è stato l’errore: un vicino ha segnalato la sua presenza sia di giorno che di notte e così i militari della Compagnia di Venaria, che già indagavano sull'organizzazione, hanno raccolto e sviluppato l'informazione e ricostruito l'organizzazione: i capi, due coniugi, di 29 e 27 anni, e Carmelo L., 60 anni, di Torino (proprietario dell'appartamento) imponevano alle ragazze le modalità di svolgimento dell'attività, acquisivano il ricavato della prostituzione, nonché pubblicizzavano il lavoro sui siti internet, impartendo ordini e direttive a Salvatore F., 47 anni, di Torino. Per tutti l'accusa è di sfruttamento della prostituzione. Salvatore F. è stato sottoposto all'obbligo di firma. Nel corso dell'operazione sono stati anche arrestati alcuni affiliati romeni che tra i loro incarichi avevano anche quello di spaventare le ragazze per farle lavorare di più.
Il lavoro dovrebbe essere fonte di emancipazione ed indipendenza, non diventare una nuova forma di soggiogamento per le donne.
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