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L'invasione degli extracorpi

L'invasione degli extracorpi

- La visibilità politica delle donne e la declinazione al femminile (e seduttiva) della tradizione sociale, politica e sindacale del sistema. Senza cambiarlo

Giancarla Codrignani Venerdi, 03/04/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2015

Micromega racconta la favola del pianeta Montesquieu, dove era stato addomesticato il mostro del Dominio Incontrollato creando un saggio equilibrio tra i poteri chiamati Esecutivo, Legislativo e Giudiziario, che si controllavano e bilanciavano a vicenda. Le donne del femminismo avevano creduto di avere almeno messo un robusto guinzaglio al mostro che aveva incominciato la sua carriera opprimendo le donne, mentre i maschi si compiacevano dei loro figli Esecutivo, Legislativo e Giudiziario. Speravano di finirla con la principessa legata alla rupe del sacrificio che aspetta Sangiorgio a liberarla. Meglio la Bella e la Bestia, anche se sappiamo che la "bestia" non scompare mai del tutto nemmeno "per amore".

Invece ci risiamo. È tornato il neutro, che rende noi donne persone responsabili di un inflessibile esistente che vorremmo cambiare e invece ci integra nella crisi e nei sacrifici per restare immutato. Tornano addirittura i rischi che i conflitti esplodano: la stranezza - solo per il nostro sguardo - è che si modernizzano ricorrendo non solo ad armi ipersofisticate e sempre destinate a distruggere umani che non sono (ancora) robot, ma anche a forme mediatiche volte a incrementare le paure. Come quando i media nostrani chiamano Salvini per alzare l'audience, che, davvero, cresce per l'attrattiva (?) dei linguaggi violenti (e il povero Grillo uscirà di scena se non ne inventa di nuove).

Che cosa c'entriamo noi in tutto questo in quanto donne? Eppure andiamo dentro tutte queste che non sono solo suggestioni, perché, di fatto, ci obbligano. Come le poverette che, se non si velano, non possono uscire di casa. E gli va pure bene, se in un'intervista recente a donne indiane una ragazza diceva che "preferiva" il matrimonio combinato alla scelta personale: effetti penetranti e durevoli del potere di tradizioni implacabili.

Se pensiamo al nostro paese… anche qui ci risiamo. Le donne non mancano di visibilità politica, ma, tranne l'aspetto seduttivo, declinano in veste e voce femminile il verbo della tradizione sociale, politica e sindacale del sistema. Forse solo sulla religione si sente qualche ipotesi trasgressiva di alterità.

La sinistra politico-sindacale si è riscoperta la voglia di fare “coalizione” di sinistra. Peccato che Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Sergio Bologna formulino proposte poco compatibili fra loro, ma "di sinistra". Fa quasi nostalgia pensare all'Ulivo di Prodi o agli arcobaleni di tutte le esperienze della società civile, tipo girotondi, Nanni Moretti o Popolo Viola. Perfino i partiti sono diventati sede dell'antipolitica, mentre dovrebbero essere - come vuole la Costituzione - organi della partecipazione almeno per riprendere d'urgenza la loro funzione. Invece la sinistra è andata dietro al populismo delle primarie che, senza una legge che ne stabilisca le regole per tutti i partiti e i movimenti, apre, inesorabilmente, alla corruzione e alle preferenze destinate ad alimentare il mercatino dei voti di qualunque mafia. Davvero l'invasione degli extracorpi.

Si aggiunge effetto, anch'esso a suo modo mostruoso, dei media, della loro interferenza finalizzata alla creazione di effetti speciali anche quando dovrebbero fare solo informazione: parlano delle riforme costituzionali come se non fosse dal 1983 che ci stiamo dentro e senza illustrare possibili alternative o emendamenti e puntano solo sull'allarmismo compulsivo, che si tratti di una madre che forse ha ucciso il suo bambino o del terrorismo.

Sembra che si debbano diffondere solo lo sconcerto e la paura. Possibilmente anche molta censura. Senza darlo a vedere, sempre contro le donne. Per una decina di giorni siamo stati dentro un allarmismo che portava a vedere in ogni corpo maschile barbuto la cintura esplosiva che ti farà morire, ieri a Parigi, domani a Milano. In Italia ci sono state quattro vittime di terrorismo per un attentato verificatosi a Tunisi. Potrà accadere che nel 2015 ci siano problemi di sicurezza anche da noi, ma intanto non dimentichiamo che per tutto il 2014 - tranne qualche "marocchino" che ha ammazzato la moglie come fanno gli italiani e gli altri europei - abbiamo avuto 58 morti di mafia e in marzo, a Bologna, una sessione della Commissione Antimafia con la Bindi perché l'Emilia è invasa dalla 'ndrangheta. Nessuno nega l'esistenza del fondamentalismo islamico e dell'Isis, ma la Regione Lombardia ha fatto una legge per vietare la costruzione delle moschee, come se non fosse un incentivo alla vendette. Intanto in Nigeria le studentesse rapite e vendute non ricompaiono e i bambini imparano a uccidere come dovere religioso.

Come diceva Pat Carra su Aspirina di febbraio, "dopo l’11 settembre la Nato e gli Stati Uniti hanno scatenato guerre in nome della libertà femminile, bombardando paesi e distruggendo antiche civiltà con la scusa strumentale di liberare le donne dal burqa".

Eppure qualcosa si muove: in Afganistan alcuni uomini - pochi ma ripresi dalle tv - hanno osato nel marzo scorso indossare il burqa per solidarizzare con le donne e vedere il mondo dietro quella copertura. Anche in Turchia - dove il presidente Erdogan non solo manifesta da sempre tendenze (e norme) sessiste, ma ha vietato alle donne di indossare minigonne e di allattare in pubblico - altri maschi hanno manifestato indossando la minigonna (sopra i pantaloni: buffissimi, ma bravi). Gli uccellacci mostruosi che svolazzano in giro non sono innocui Birdmen (che comunque rappresentano sempre l'uomo mascherato, il Superman, il dominatore) perché sono da sempre amanti dei conflitti e delle guerre. Eppure sono visibilmente abbastanza stupidi perché nessun essere ragionevole preferisce la violenza. Eppure condizionano anche le donne che, quando hanno uguali responsabilità, non si accorgono di lavorare per l'invasione degli extracorpi?



DIDA Acquerello di Giulia Tognetti, gentilmente concesso

 

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