Giovedi, 16/01/2014 - Pensiamoci: lettore, lettrice; pittore, pittrice; traduttore, traduttrice…le parole che finiscono al maschile in -tore terminano in -trice al femminile. Ciò deriva dal latino: le parole in -tor al maschile si tramutavano in -trix al femminile.
Non tutte le parole però riescono col buco! Come mai, ad esempio, la parola dottore al femminile diventa dottoressa e non dottrice?
Semplicemente per l’uso sessista della nostra lingua italiana, che continua ad essere forte ancora oggi. Il femminile in -essa ha avuto, a volte, un’origine dispregiativa. E’ infatti un femminile assertivo, con cui – soprattutto in campo lavorativo – i colleghi maschi dispregiavano l’altro genere. A cavallo tra l’800 e il ’900 molte “dottrici” stesse, nel momento in cui apparivano sulla scena lavorativa in forma “numerosa” in un campo medico totalmente assorto agli uomini, rifiutarono di essere chiamate dottoresse. Consapevoli infatti dell’offensività della parola, preferirono “neutralizzare” il termine facendosi chiamare Dottore, usando il maschile come neutro in modo da non far perdere la reputazione della categoria al femminile.
Sfortunatamente però l’ha avuta vinta il genere maschile. La parola dottoressa oggi si è fortemente diffusa, anche se ha perso il significato offensivo. Non classificabile è l’uso di dottrice, mentre inizia a diffondersi la parola dottora, sulla scia di un femminile più semplice in -tora.
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