Non credevo ai miei occhi che leggevano. Il grande giurista Gustavo Zagrebelsky....
Martedi, 02/07/2019 - Non credevo ai miei occhi che leggevano. Il grande giurista Gustavo Zagrebelsky, reso edotto - dalle intercettazioni telefoniche che hanno causato l'incriminazione di magistrati, perfino rappresentanti dell'Anm - della qualità del loro linguaggio, non si è tenuto: "Il cazzo sembra avere un ruolo importante nella faccenda perché viene evocato con frequenza: uno se l'è rotto e un altro l'ha rotto a un terzo. Uno ha inculato un altro, ma c'è uno che è stato inculato a sua volta. Ci si prende, dunque, vorticosamente per il culo. Uno a un altro il culo l'ha sempre protetto, però ora basta, rompiamogli il culo. Ma anche le palle e i coglioni hanno la loro importanza, perché ce li si rompe e ce li si spacca gli uni con gli altri, vicendevolmente. Poi ci sono quelli che, i coglioni, li hanno e quelli che no, e si capisce che si meritano trattamenti diversi. Non mancano accenni escrementizi, perché uno, al Quirinale, va su, mentre un altro si ferma al cesso, mentre ce n'è anche uno che, a quell'altro, gli caga il cazzo. In sintesi: è tutto un vaffanculo". L'esimio giurista è mosso da giusta indignazione: è una persona abituata a pensare che le funzioni pubbliche si svolgono con "dignità e onore", poi sicuramente la mamma gli ha insegnato le buone maniere; sarà anche rimasto sconcertato per l'educazione degli allievi qualora anche i docenti.... Ma ha fatto una "sintesi" esemplare.
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