Martedi, 18/10/2011 - Rebecca Skloot è una giornalista scientifica e scrittrice americana, il cui ultimo lavoro s’intitola “The Immortal life of Henrietta Lacks.” Il libro si basa sulla storia vera di Henrietta Lacks, una donna di colore, la quale, nell’America degli anni Quaranta-Cinquanta, subì, a Baltimora, un’operazione per tumore all’utero durante la quale le furono prelevate, senza il suo consenso, delle cellule di tessuto. Queste cellule continuarono a riprodursi e furono alla base di alcune eccezionali scoperte, quelle sul DNA, sulla polio e sul cancro stesso (le famose, per gli addetti al settore, cellule HeLa). Il tumore non lasciò possibilità alcuna ad Henrietta che morì in povertà nel 1951 lasciando cinque figli. Oggi la pubblicazione del libro della Skloot, al quale lei lavora da tempo, visto che il suo interesse per il caso nacque da quando aveva sedici anni, come descritto nel prologo, vorrebbe restituire un minimo di giustizia alla memoria di Henrietta Lacks.
La sua scelta è stata premiata da un grande successo tale che adesso personaggi del calibro di libro Oprah Winfrey e Alan Ball vorrebbero produrne un film e la scrittrice è la consulente per il film stesso.
I temi che la Skloot ha voluto raccontare attraverso questo testo sono molteplici, naturalmente a seconda del tipo di lettore, si tratta di fiducia, di razza e di medicina, di classi, di accesso all’educazione e di assistenza sanitaria. Ma il libro è anche la storia di una famiglia e dell’impatto che la perdita di una madre può avere sui suoi bambini.
Inoltre la scrittrice si è impegnata per costituire un’associazione no profit, The Henrietta Lacks Foundation, per aiutare i discendenti di Henrietta Lacks ed altre famiglie con situazioni simili.
Un avvincente reportage scientifico cui tutti dobbiamo qualcosa. Nessuna volontà di rivendicazione è stata espressa dalla famiglia Lacks la quale, con profonda fede, è convinta che la madre continui in qualche modo a vivere nelle miriadi di cellule che si sono riprodotte da quell’intervento così lontano nel tempo. Il John Hopkins Hospital presso il quale fu eseguito l’intervento può dunque star tranquillo, non dovrà rimborsare nulla, ma senz’altro è giunto il momento di ringraziare questa donna, inconsapevolmente grande, che ha permesso tali e tanti progressi.
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