Venerdi, 21/02/2014 - “Le libiche hanno vinto la loro battaglia”, ha titolato l'Orient-Le jour, quotidiano francofono libanese sottolineando poi che le donne libiche manifestano dal 2011 affinché le autorità riconoscano le migliaia di stupri compiuti durante la rivoluzione come “crimini di guerra”. Negli ultimi anni,le donne hanno protestato, in diverse occasioni, manifestando nella piazza dei Martiri a Tripoli o davanti al Congresso generale nazionale, esibendo striscioni contro lo stupro, argomento tabù nella società libica. Il loro appello è stato ascoltato e il governo libico ha adottato un decreto con il quale riconosce come “vittime di guerra” le donne oggetto di aggressioni sessuali durante la rivoluzione libica. “Il governo ha adottato un decreto che tutela le vittime di stupro durante la guerra di liberazione, riconoscendole come vittime di guerra”, ha confermato il ministro della Giustizia libico Salah al-Marghani. Tale decreto permetterà alle vittime di beneficiare di aiuti medici e finanziari, ma anche di un alloggio e di un sussidio scolastico. “Questa legge era attesa da migliaia di donne in Libia speriamo che essa ispiri altri paesi”, si è felicitata Souhayr Belhassan, presidente onoraria della Federazione internazionale per i diritti umani, sottolineando che la società civile e la Federazione continueranno a esortare il Parlamento libico ad assumere le sue responsabilità verso le vittime e ad adottare il testo sotto forma di legge.
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