Sabato, 06/01/2024 - A Torino, a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, ha recentemente aperto i battenti la mostra Liberty. Torino Capitale, a cura di Palazzo Madama e della SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la collaborazione di Mondo Mostre.
Rimarrà in parete fino al 10 giugno 2024.
Esposte circa un centinaio di opere volte a mostrare il ruolo fondamentale di Torino, prima capitale del nuovo Stato Unitario, dal 1861 al 1865, per l’affermazione del Liberty, uno degli ultimi –ismi a tutto tondo tra fine Ottocento e primo Novecento che nella capitale sabauda divenne il fulcro di una storia che travolse ogni aspetto della vita e della società, proprio per definire un’esperienza artistica totale che dalle suggestioni torinesi si diffuse poi in tutto il mondo. Si tratta di un’operazione determinante ai fini dell’ingresso di Torino nel RANN di Bruxelles e della sua candidatura a Città Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty.
L’allestimento è notevole ed affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty in modo del tutto originale ed inedito, consentendo al visivo fruitore di comprendere appieno i meccanismi della creazione architettonica ed estetica, nel loro 'making of', siano esse di architettura, anche d’interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica, insomma tutti i lavori caratterizzati da un 'handcraft' 'in toto' di natura teorica e pragmatica, ad un tempo.
Nel quarantennio della cosiddetta Belle Époque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso, un mondo senza più confini trova la sua espressione in un movimento artistico - filosofico che, con squisita eleganza decorativa, connette ogni cosa con linee dolci e sinuose ad incontrarsi ed intrecciarsi armoniosamente.
È la nascita di uno stile che trova in Torino la sua capitale e la propria cassa di risonanza nel Parco del Valentino, protagonista dei nuovi valori della nazione e del progresso, cornice ideale per mettere in mostra la produzione italiana in campo industriale, agricolo e artistico.
Così, non a caso, viene analizzata in mostra l’Immagine della Donna attraverso opere di grandi artisti come Bistolfi, Corcos, Canonica e, soprattutto, il ferrarese Giovanni Boldini, presente con il suo splendido “Fuochi d’artificio (Ritratto di donna in piedi in abito di raso bianco)”, del 1890, proveniente dal Museo Boldini di Ferrara, già così anticipatamente ‘pre-futurista’.
Di questa stagione europea assai feconda nel proprio superare il naturalismo in nome di un simbolismo decorativo, la mostra di Palazzo Madama rende conto con grandi sezioni strutturate intorno ad una parola-chiave: metamorfosi. Il passaggio tra Ottocento e Novecento può, infatti, essere considerato quale un 'iter' di passaggio tra estetica, sociale e geopolitica. Ottima la presenza anche di un altro grande ferrarese, Gaetano Previati, con il suo immenso ed indimenticabile "La danza delle ore", del 1899, che arriva dalle Gallerie di Piazza della Scala a Milano.
L’allestimento, la mostra ed il catalogo, elegante ed imprescindibile – èdito da Silvana Editoriale – sono a cura di Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Ostorero, Rosalba Stura e Maria Carla Visconti che, anche come SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, da decenni hanno intrapreso un percorso di tutela ed approfondiscono i temi della cultura Liberty a Torino, rendendosi protagonisti di importanti iniziative scientifiche, editoriali e divulgative.
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