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Libertà di espressione e linguaggio lesivo per la donna - di  Stefania Cantatore

Libertà di espressione e linguaggio lesivo per la donna - di Stefania Cantatore

Lettera inviata a Santoro."...Ho seguito, come non avrei potuto, la trasmissione "Rai per una notte..."

Venerdi, 26/03/2010 - La libertà d'espressione è un bene prezioso. Difenderla prima ancora che un dovere è un diritto. In Italia c'è chi la possiede fuori dai media, da sempre.

Da femminista sono in questa condizione, e ho imparato a tenere care tutte le occasioni nelle quali vengono denunciati le censure e gli abusi proprietari.

Ho seguito, come non avrei potuto, la trasmissione "Rai per una notte", proprio riconoscendone il valore di denuncia, nella quale da censurato ha partecipato Daniele Luttazzi.

Si tratta ora di capire se l'espressione della critica e del dissenso, possa essere veicolo di legittimazione di un linguaggio inutilmente lesivo delle donne.

Non è la prima volta che Luttazzi banalizza lo stupro, credo che questo non abbia fatte sentire a disagio le tantissime donne presenti alla trasmissione.

Il talento diventa un pretesto in questi casi, ed al talento non si rende un buon servizio confondendo con la censura la protesta contro un effetto comico cercato sul limite esistente tra la violenza sessuale e la compiacenza forzata (limite solo linguistico, perchè nella realtà le due cose coincidono). E' la compiacenza di cui fa apologia Berlusconi.

Non è la sola analogia tra Luttazzi e Berlusconi, infatti ammiccano tutti e due ad un pubblico "solo" maschile, Il fatto che ci siano donne che li compiacciono sorridendo o applaudendo, non sposta l'asse della dignità femminile. Tutto questo tenendo fuori dal discorso gli ammiccamenti che occhieggiano alla prostituzione confondendola con la tratta ed il ricatto sessuale. Ma questo è vizio talmente esteso che risulta incomprensibile da parte degli uomini, una qualsiasi distinzione.

La parte più amara viene dalla considerazione che con linguaggio trasgressivo si ripropone la logica borghese della sottomissione sessuale femminile. Per questo l'iconoclasta Luttazzi, per la sua metafora non ha scelto una sodomia fra gay: il calcolo è sempre lo stesso pesa di più l'accusa di omofobia, o quella di maschilismo? La risposta è nelle cose ed anche nelle scelte giornalistiche.

Vi sono comunque grata dell'aver dato spazio alle lavoratrici e a Teresa de Sio, che ormai capita raramente di sentire.

Tutti gli altri li sentiamo anche oltre la censura che nel nostro paese c'è e le donne lo sanno.



Stefania Cantatore

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